Il grande affare dei Banksy (e non solo) falsi: 38 indagati, 2100 opere sequestrate. Intere mostre erano allestite con copie fasulle

Non c’erano solo i Banksy falsi di cui aveva scritto a marzo il Fatto, esposti a Venezia e a Cervia. C’era un mondo intero di opere d’arte false (molti Banksy, ma non solo) prodotte in tutta Europa e commercializzate anche in Italia per essere battute all’asta o, nei casi più fortunati, esposte in mostra: operazione che consente all’opera, di norma, di acquisire ulteriore valore di mercato. È il quadro che emerge dalla maxi operazione dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale, condotta insieme alla procura di Pisa e coordinata a livello europeo dall’agenzia Eurojust, i cui esiti preliminari sono stati svelati l’11 novembre. (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altri media

L'indagine coinvolge trentotto persone in un'operazione che, secondo i funzionari, ha smantellato una rete che avrebbe potuto causare danni economici per 200 milioni di euro al mercato dell'arte con opere false. (ilmessaggero.it)

– Un’inchiesta “transnazionale”, con sviluppi anche in Spagna e Belgio, partita da Pisa che ha scoperto un giro di opere d’arte contraffatte di notissimi autori soprattutto contemporanei (“perché più facili da riprodurre”), come scriviamo anche nelle pagine nazionali. (LA NAZIONE)

Case d’asta considerate compiacenti, un giro di falsi che se piazzati sul mercato avrebbero fruttato oltre 200 milioni. E poi una batteria di falsari scoperti in mezza Europa talmente bravi che «questa inchiesta è la più grande operazione a tutela di Banksy», dicono gli esperti dell’archivio dell’artista internazionale. (Corriere Fiorentino)

Da Bansky a Modigliani: scoperta rete di commercializzazione di opera d'arte false

Tra le opere sequestrate, molte erano esposte e destinate alla vendita, e, come spiega Stefano Antonelli del Centro Studi e Archivi Banksy, "sono 450 quelle in mostra, ma il sequestro ne ha contate migliaia. (LA NAZIONE)

Case d’asta considerate compiacenti, un giro di falsi che se piazzati sul mercato avrebbero fruttato oltre 200 milioni, una batteria di falsari scoperti in mezza Europa talmente bravi che «questa inchiesta è la più grande operazione a tutela di Banksy», dicono gli esperti dell’archivio dell’artista internazionale. (Corriere della Sera)

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