In Italia sono state emanate le prime linee guida per l’affettività in carcere
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Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) ha emanato le linee guida per garantire e regolamentare il diritto all’affettività e alla sessualità all’interno degli istituti di pena. Un diritto teoricamente già riconosciuto dalle convenzioni internazionali e anche, in Italia, dalla Corte Costituzionale con una sentenza del gennaio 2024, in cui si definisce illegittimo il divieto assoluto ai rapporti intimi in carcere, giudicato lesivo della dignità e dei diritti fondamentali della persona detenuta. (L'INDIPENDENTE)
La notizia riportata su altri media
Sono appena 32, almeno per ora, gli istituti di pena in Italia che potranno allestire, vista la necessità di spazi idonei, la stanza dell'affettività. Si svolgerà subito il primo incontro, autorizzato dal giudice di sorveglianza di Spoleto. (La Stampa)
Un incontro privato di due ore tra un detenuto sessantenne di origini campane e la sua compagna, senza il controllo della polizia penitenziaria. Come annunciato, l'istituto di Sabbione ha messo in pratica prima degli altri le nuove linee guida del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria in materia. (RaiNews)
Attivata a Terni – Un passo in avanti sul fronte dei diritti carcerari è stato compiuto nel carcere di Terni, dove è stata allestita la prima “stanza dell’affettività” presente in una struttura penitenziaria dell’Umbria. (Umbriajournal)

I detenuti del Magazzino ordini fissi (il Mof) hanno imbiancato il locale, ricavata accanto all'area colloqui con gli avvocati, ci hanno costruito una doccia e uno di loro poi, che ama la pittura, ha dipinto sulle pareti il murales d’amore. (la Repubblica)
Ad una lettura soprattutto esterna alle mura del carcere, le linee guida del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) per permettere alle persone detenute di esercitare il loro diritto all’affettività e alla sessualità, possono creare qualche perplessità. (Il Giorno)
E’ un detenuto campano ristretto nella sezione alta sicurezza del penitenziario di Sabbione il primo che utilizzerà la stanza dell’affettività. Vuole un figlio, si è battuto per il diritto alla sessualità dei detenuti e, forte del pronunciamento della Corte costituzionale e del reclamo accolto dal magistrato di sorveglianza, Fabio Gianfilippi, potrà coronare il suo sogno. (Il Messaggero)