I jihadisti dentro Aleppo e tornano i raid russi in Siria
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I jihadisti sono entrati ad Aleppo, approfittando della congiuntura regionale favorevole: la Russia, concentrata sull'Ucraina, ha ridotto il suo impegno in Siria, mentre Hezbollah, indebolita dal conflitto con Israele, e l'Iran, rallentato dai bombardamenti, non sono riusciti a sostenere il regime di Assad. Quest'ultimo, secondo alcune voci, sarebbe già fuggito in Russia con la famiglia, mentre altre fonti lo collocano ancora nel bunker presidenziale a Damasco.
La situazione ad Aleppo è drammatica: l'esercito di Assad si è dissolto rapidamente, lasciando la città in balia dei ribelli di Idlib, che hanno iniziato a distribuire pane gratis nel centro città. La testimonianza di un residente racconta di come l'esercito si sia ritirato senza combattere, lasciando i civili chiusi in casa, terrorizzati dall'incertezza del futuro.
Nel frattempo, i raid russi sono ripresi con intensità, cercando di colpire le postazioni dei ribelli, ma causando inevitabilmente vittime civili. La prima battaglia di Aleppo, durata quattro anni, è stata una delle più sanguinose della guerra civile siriana, con migliaia di morti e eccidi di massa. La seconda battaglia, invece, è durata poche ore, segnando un cambiamento radicale nella dinamica del conflitto.
L'analista Joshua Landis sottolinea come, senza l'aiuto di Iran e Hezbollah, il regime di Assad vacilli, mentre Israele osserva con attenzione gli sviluppi. La situazione in Siria continua a evolversi, con il cessate il fuoco fra Israele e Hezbollah che rimane fragile, ma esistente.