Epidemia in Congo, il ministero della Sanità: “Malattia in area remota, si può contenere”
A quanto apprende l'ANSA da fonti informate - sembrano ridimensionare l'allarme per l'epidemia sconosciuta in Congo. Secondo il ministero della Sanità congolese l'epidemia dura da oltre 40 giorni ed i morti accertati in presidi sanitari sono 27 su 382 contagiati. Altri 44 decessi sono stati registrati nei villaggi limitrofi, ma senza una verifica della diagnosi, per un totale di circa 70 morti in una vasta area. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Ne parlano anche altri media
La malattia misteriosa che ha colpito il Congo sta generando una certa apprensione a livello internazionale. Alcuni esperti hanno sollevato preoccupanti similitudini con il Covid, mentre altri hanno predicato calma. (Virgilio Notizie)
Sono 79 per ora i decessi ufficiali in Congo legati alla malattia misteriosa scoppiata nella regione di Panzi, a circa 700 chilometri dalla capitale Kinshasa. I sintomi sono quelli di una comune influenza: febbre, mal di testa, raffreddore e tosse, difficoltà respiratorie e anemia. (Liberoquotidiano.it)
Claudia Balotta, l’infettivologa cremonese che nel 2020 identificò il Coronavirus, spiega nell’intervista il quadro in cui si à sviluppata l’infezione su cui on c’è ancora chiarezza: occorre attendere che i campioni siano trasferiti al laboratorio attrezzato di Kinshasa, lì si capirà se si tratta di una patologia batterica nota, una febbre emorragica o una sindrome influenzale”. (CremonaOggi)
Secondo il ministero della Sanità congolese l'epidemia dura da oltre 40 giorni ed i morti accertati in presidi sanitari sono 27 su 382 contagiati, ma le notizie ufficiali sembrano ora ridimensionare l'allarme. (leggo.it)
Siamo in un contesto in cui non c'è disponibilità di test per fare diagnosi corrette. Qui ho detto io loro di questa situazione sanitaria perché non c'è un sistema di comunicazione ufficiale nazionale, soprattutto nei villaggi dove opero non ci sono i telefoni. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Ha il 50% di probabilità di azzeccarci”. L’esempio di Gianni Rezza, infettivologo ed epidemiologo professore al San Raffaele e già all’Istituto superiore di sanità e al ministero alla Salute, rende bene l’idea del momento di preoc… (la Repubblica)