La notte dei Lunghi Fratelli: FdI ribolle, Giorgia corre ai ripari
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Il giorno dopo le dimissioni del capo di gabinetto del Mic Francesco Spano, in carica per soli 10 giorni, a Palazzo Chigi si tenta di gettare acqua sul fuoco. L'ordine di scuderia partito dalla presidente Meloni e dai suoi collaboratori più stretti è stato quello, per quanto possibile, di smussare gli spigoli più duri e di spostare il focus sull'atteggiamento incoerente dei partiti di opposizione. L'aria che si respira dentro FdI, però, se non è da lunghi coltelli è certamente quella di una quiete imposta, di una serie di tossine e di conflitti interni pronti a riemergere carsicamente alla prossima occasione. (Il Dubbio)
Su altri media
La messa in onda di «Report», più che danneggiare il governo e la destra, ha soprattutto avvantaggiato il suo autore Sigfrido Ranucci il quale ha così abilmente annunciato alla vigilia chissà quali devastanti rivelazioni («Un altro caso Boccia!») da portarsi dietro un bel 14 per cento di pubblico televisivo, che per la tv di oggigiorno equivale a un botto. (L'Eco di Bergamo)
Chi della comunità Lgbtq+ lo ha difeso?": l'ex parlamentare dem Paola Concia lo ha detto al Corriere della Sera puntando il dito contro la sinistra per non aver preso posizione sul caso di Francesco Spano, l'ex capo di gabinetto del ministero della Cultura che si è dimesso a 10 giorni dalla nomina. (Liberoquotidiano.it)
Ma sbaglia mira: anziché prendersela con chi l’ha di fatto costretto alle dimissioni, ovvero le anticipazioni di Report, punta il dito contro “la destra omofoba” che stavolta, al netto di qualche mugugno dei pro-vita e un sms sguaiato in una chat di Fdi, non c’entra un fico secco. (Nicola Porro)
Neppure il caso Boccia, che ha segnato la fine del ministro Sangiuliano, può considerarsi il culmine delle vergogne di un dicastero scosso nelle ultime settimane dalle dimissioni del capo di gabinetto Spano, nominato dal neo-ministro Giuli il 14 ottobre e durato, appunto, come una meteora. (il manifesto)
La premier Meloni gli telefona: fermo. Il ministro della Cultura: vittima del "fuoco amico". (Avvenire)
Lo scontro tra Giuli e Fratelli d'Italia Motivo dello scontro, le dimissioni di Francesco Spano, dirigente con cui aveva già lavorato al Maxxi e che aveva "promosso" capo di gabinetto del Mic dopo la cacciata di Francesco Gilioli, accusato di "tradimento" per aver essere andato a parlare del "caso Sangiuliano" con la Procura senza avvertire il neo ministro. (Today.it)