Atei e agnostici, la Cassazione: "Vietato discriminarli, hanno gli stessi diritti dei fedeli"

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Giornale di Sicilia INTERNO

Atei ed agnostici non possono essere discriminati.

Con una sentenza della Cassazione viene stabilito che gli atei e gli agnostici hanno lo "stesso diritto paritario dei fedeli delle diverse religioni di professare il loro credo 'negativo'" ed è "vietato discriminarli nella professione di tale pensiero" del quale possono fare libera propaganda, con l’unico limite - valido per tutti - di non offendere "la fede altrui". (Giornale di Sicilia)

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Angelo Campedelli, coordinatore del circolo veronese Uaar, spiegava a L'Arena che la domanda presentata il 31 luglio aveva avuto risposta dal dirigente del settore Tributi il 3 settembre. E quando sono discriminati, c’è l’Uaar al loro fianco». (L'Arena)

10 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e la libertà di religione è tutelata dall’art. La propaganda, però, non può tradursi «in forme di aggressione o vilipendio della fede da altri professata». (La Legge per Tutti)

Lo afferma la Cassazione, accogliendo un ricorso dell'Unione atei e agnostici razionalisti (Uaar) in un giudizio civile promosso dall'associazione contro il Comune di Verona.I fatti risalgono all'estate 2013, quando l'Uaar aveva chiesto all'amministrazione scaligera di affiggere 10 manifesti con la parola "Dio", con la D in stampatello barrata con una crocetta e le successive lettere 'io' in corsivo e sotto la dicitura, a caratteri più piccoli, "10 milioni di italiani vivono bene senza D. (la Repubblica)

L’unico limite per la Cassazione – valido sia per i credenti che per i non credenti – è quello di non offendere “la fede altrui”. Sia il Tribunale di Roma nel 2015 che la Corte di Appello capitolina con verdetto emesso il 23 marzo 2018, avevano “convalidato” il divieto d’affissione. (Il Fatto Quotidiano)

Gli atei hanno gli stessi diritti dei fedeli di professare il proprio credo. La Corte Suprema ha. Il giudice ha stabilito che gli atei e gli agnostici hanno, dunque, lo «stesso diritto paritario dei fedeli delle diverse religioni di professare il loro credo "negativo"» ed è «vietato discriminarli nella professione di tale pensiero» del quale possono fare libera propaganda, con l'unico limite - valido per tutti - di non offendere «la fede altrui». (Il Messaggero)