Elezioni in Francia, il filosofo Finkielkraut: «Preferirei la destra all'antisemitismo del Fronte Popolare»

Signor Finkielkraut, dopodomani si vota. È preoccupato? «Molto, come non lo sono mai stato. Preoccupato e infelice. La decisione del presidente della Repubblica è stata strana e catastrofica, e adesso noi ci ritroviamo con due blocchi estremi. A sinistra, i socialdemocratici hanno accettato di allearsi con la sinistra radicale, ovvero antisemita. Perché l’antisemitimo della France insoumise (il partito di Jean-Luc Mélenchon, ndr) non è marginale, è programmatico, è una scelta di società. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altri giornali

Sempre più ebrei pensano di lasciare la Francia e trasferirsi in Israele. Chi si occupa di aliyah (emigrazione in Israele) da tempo parlava di questa tendenza, dovuta soprattutto all’esplosione dell’antisemitismo nel post 7 ottobre. (Moked)

Al momento, infatti, non solo la destra e la sinistra populista sono entrambe in vantaggio rispetto al blocco centrista. Dopo il disastroso primo turno elettorale, Emmanuel Macron ha un’unica certezza: deve evitare che la destra populista prenda il Parlamento francese. (Panorama)

Francia, una guerra di religione

L’antisemitismo è con noi, come a destra, fin dai tempi di Proudhon; nel socialismo di Jules Guesde, all’epoca dell’affaire Dreyfus; nel Partito Comunista di Maurice Thorez, che nel 1940 definiva Léon Blum un «rettile ripugnante»; o nel gruppo trotskista che da trent’anni si aggira intorno all’islamofascismo, sognando di fare… Non se ne era mai andata, ovviamente. (la Repubblica)

Le mosse politiche non si giudicano dalle intenzioni (probabilmente sempre eccellenti) ma dai risultati. Dunque, piuttosto che astrologare sui futuri ballottaggi, ci converrebbe aspettare il responso concreto delle urne. (Italia Oggi)