Luca e Cristian, i due alpinisti morti sul Gran Sasso: perché non sono riusciti a salvarsi
Claudia Osmetti 28 dicembre 2024 «La prevenzione degli incidenti è più determinante di tutte le accortezze che possiamo adoperare una volta che il sinistro, purtroppo, si è verificato». Fabio “Rufus” Bristot, consigliere nazionale del Soccorso alpino e speleologico, non ha dubbi. Prevenire-è-meglio-che-curare. Specie lassù, quando una leggerezza o il meteo che cambia possono fare la differenza. «In Italia la prevenzione viene sempre considerata come un aspetto insignificante, quasi una perdita di tempo. (Liberoquotidiano.it)
Se ne è parlato anche su altre testate
Un dolore misto a rabbia. Perché in questi giorni terribili i parenti di Luca e Cristian hanno sentito la vicinanza e l’affetto di mezza Italia, ma hanno anche letto – soprattutto sui social – parole che “ci hanno fatto molto, molto male”. (il Resto del Carlino)
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CAMPO IMPERATORE — Si sono parlati fino all’ultimo Luca e Cristian, a pochi metri di distanza uno dall’altro, per darsi coraggio, prima che le loro voci si spegnessero e i loro corpi cedessero per assideramento sepolti dalla neve. (la Repubblica)
Erano dispersi da domenica. I corpi di Perazzini, 42 anni, e Gualdi, 48, sono stati ritrovati ieri mattina. (il Resto del Carlino)
Ieri sera (venerdì) la seduta del consiglio comunale di Santarcangelo è stata aperta dal discorso del sindaco di Santarcangelo, Filippo sacchetti, che ha voluto ricordare i due... (Virgilio)
E’ atteso un miglioramento, nel pomeriggio, delle condizioni meteo nella zona del Gran Sasso, dove da domenica risultano dispersi due alpinisti romagnoli, Luca Perazzini e Cristian Gualdi, entrambi di Santarcangelo (Rimini). (La Repubblica)