Scuola, la normalizzazione che viene da lontano
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Sono anni che una saggistica piuttosto aggressiva si è specializzata nel cantare il de profundis della scuola pubblica (La scuola si è rotta (2001), Di scuola si muore (1998), La disfatta della scuola (2009), La scuola non serve a niente (2014), La scuola bloccata (2022), solo per citare alcuni titoli degli ultimi 20 anni), accompagnata dall’interventismo dei ministri e dei governi che si sono succeduti con i loro interventi a volte strutturali (si pensi alla “Buona scuola” di Renzi), più spesso episodici e frammentari. (il manifesto)
Su altri media
Inizio scuola 2024, la polemica di Galiano: “Un insegnante in ruolo costa allo Stato molto più di un precario, ecco perché non si assumono anche se ci sono i posti” Di (Orizzonte Scuola)
I lavoratori che faranno i docenti per 30/40 anni saranno solo ricordo del passato. Anche perché il mercato richiederà lavoratori flessibili e il lavoro fisso dalla Laurea alla pensione non esisterà più. (Tecnica della Scuola)
Questa è una lettera di sfogo che incontrerà parecchie incomprensioni e critiche e, ammesso che venga pubblicata, la scrivo per me stessa, per tenere in memoria ed esprimere tutto il mio dissenso e l’amarezza che provo in questo momento. (Tecnica della Scuola)
– La situazione dei docenti precari in Italia continua a essere critica, con numerose assegnazioni provvisorie e utilizzazioni che lasciano molti insegnanti senza incarico. Martina, una docente supplente su ADSS con sei anni di esperienza, ha deciso di farsi portavoce di questa problematica, inviando una comunicazione alla redazione di OggiScuola. (Oggi Scuola)
O meglio sopravvivono con soluzioni tampone, concorsi che si accavallano ad altri e generano scompiglio tra chi li affronta e soprattutto con promesse che non si riescono a mantenere. Perché la scuola, come in fondo la giustizia e persino la sanità non solo zoppicano, ma spesso fanno danni. (Torino Cronaca)
Come è possibile che ogni anno scolastico si apra con lo stesso copione? Come mai lo scenario non cambia mai? Precarietà e incertezza caratterizzano la prima campanella: mai una volta, ormai da decenni, che l’anno scolastico si apra tranquillamente, con tutte le sue cose a posto, con una organizzazione precisa e puntuale. (LA NAZIONE)