Processo Pelicot, 20 anni all’ex marito. Gisèle: “Ho lottato per tutte le vittime”

PARIGI — La lettura della sentenza comincia con un po’ di ritardo, nel tribunale di Avignone gremito di giornalisti e militanti. «Merci Gisèle» è scritto su uno striscione appeso nella notte sulle antiche mura della città dei Papi. Gisèle Pelicot arriva scortata da agenti, tra la folla che l’applaude. La donna che ha compiuto 72 anni qualche giorno fa ascolta in silenzio la lettura della sentenza… (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Leggi tutta la notizia Emmanuel Macron ringrazia Gisèle Pelicot per la battaglia combattuta a nome di tutte le donne dopo le 51 condanne nel processo per gli stupri subiti. (Virgilio)

Da settimane seguono il viatico di Gisèle Pelicot, la 72enne riuscita a ribaltare la psicologia della violenza sessuale attraverso ciò che l'accusa ha definito un «testamento per le generazioni future»: non è la vittima a doversi vergognare, ma lo stupratore. (il Giornale)

PARIGI Dominique Pelicot, il principale imputato nel processo per gli stupri di Mazan, è stato riconosciuto colpevole dal tribunale di Avignone. Nel corso della mattinata verranno precisate le pene nei confronti suoi e dei co-imputati (la procura ha chiesto vent'anni). (Corriere della Sera)

Processo Pelicot, la figlia nuda e il sospetto incesto: il filone nascosto degli orrori di Mazan

Poi ci sono stati fischi e urla di protesta quando sono state rese note le pene, tra i 3 e i 15 anni, spesso al di sotto delle richieste della parte lesa, per gli altri 50 imputati. Delusi anche i figli Pelicot, non Gisèle che si è detta soddisfatta della corte e dei verdetti. (rsi.ch)

Gisèle ce l’ha fatta. Non solo perché il marito e i 50 uomini che per anni hanno abusato di lei sono stati condannati dal tribunale di Avignone, ma soprattutto perché, grazie alla sua denuncia e al suo coraggio, «la vergogna ha cambiato lato». (Avvenire)

Penso ai miei nipoti perché sono il futuro ed è per loro che ho condotto questa lotta», dice Gisèle Pelicot uscendo dal palazzo di giustizia di Avignone. Su di lei è stato scritto e raccontato tutto quello che la potenza della sua storia merita, meno si è parlato invece di chi con lei ha condiviso questa tragedia. (la Repubblica)