L’editoriale/ La violenza che mette i dem in difficoltà

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ilmessaggero.it ESTERI

Con le loro parole incendiarie e i loro comportamenti sguaiati, i leader populisti rappresentano una autentica minaccia per le istituzioni liberali. D’accordo, si può anche convenirne (anche se più avanti diremo qualcosa sulle minacce alle libertà che vengono anche dal mondo progressista). Ma sicuri che neutralizzarli, ovvero toglierli di mezzo, a colpi di pugnale, pistola o fucile sia una extrema ratio giustificabile – va da sé, a denti stretti e non apertamente – dal punto di vista di chi tiene alla democrazia e se ne erge a custode? Tra uccisioni e attentanti l’elenco dei leader populisti mandati al creatore o fortunosamente sopravvissuti ai tentativi d’accopparli lascia pensare. (ilmessaggero.it)

Su altre fonti

L’attentato a Donald Trump è l’ultimo capitolo – quasi ovvio – della trasformazione dello scontro politico fondato sulle regole democratiche in scontro armato tra militanti delle fedi contrapposte: da una parte i cosiddetti “antifa”, con gli annessi e connessi delle esasperazioni controculturali volte a imporre singolari teorie e ad abbattere monumenti del passato, e, dall’altra, i tradizionalisti religiosi e laici protesi a difendere le loro credenze integraliste e il loro stile di vita fondato sull’America d’altri tempi, che rifiuta pluralismo e multiculturalismo. (L'HuffPost)

“Tutti voi dovete afferrare la verità: il potere politico nasce dalla canna di un fucile”. Mao Tse Tung (La Stampa)

La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente. Incantano l'elettorato con mirabolanti promesse, sistematicamente disattese, e aggirano persino l'esito dei referendum. (La Pressa)

Naturalmente storie diverse, vicende ciascuna intricata di per sé, situazioni specifiche. Di Massimo Lodi (malpensa24.it)