Il risveglio dei nuclearisti d'Italia. E la realtà (di C. Paudice)

La voglia è tornata e per certi versi non se n'è mai andata del tutto. La questione nucleare come periodicamente accade è finita nuovamente sul tavolo del dibattito pubblico, e stavolta pare destinata a restarci in pianta stabile almeno fino alla fine della legislatura, se il governo guidato da Giorgia Meloni dovesse arrivare indenne al termine dei cinque anni. Un tema che ha ripreso slancio subito dopo l'inizio della guerra in Ucraina che ha messo l'Europa di fronte all'indubbia e immensa questione energetica che l'attende nei prossimi decenni. (L'HuffPost)

Se ne è parlato anche su altri giornali

«Riporterà anche analisi di scenario contenenti una possibile quota di energia prodotta da fonte nucleare nel periodo 2030-2050» ha affermato Pichetto. (Economy Magazine)

Il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, è tornato a fare dichiarazioni sul ritorno dell'Italia al nucleare, alcune delle quali decisamente positive, altre un po' confusionarie - e non è la prima volta. (Today.it)

L’Italia punterà sul nuovo nucleare per sostenere le fonti rinnovabili, dai pannelli fotovoltaici, alle pale eoliche fino ai bacini idroelettrici, nella produzione di energia che guarda alle emissioni zero. (ilmessaggero.it)

A seguito dei crescenti allarmi sul cambiamento climatico e della crisi nel settore energetico per il conflitto Russia-Ucraina, l’energia nucleare è tornata alla ribalta. (LA STAMPA Finanza)

È quasi luogo comune parlare di “Rinascimento nucleare” per indicare il nuovo interesse che si sta diffondendo nel mondo nei confronti dell’energia nucleare. Questa consentirebbe di meglio affrontare le tre grandi sfide che caratterizzano, sia pure con modi e tempi diversi, i sistemi energetici di tutti i Paesi: cambiamento climatico globale, sicurezza energetica e competitività. (ISPI)

L’idea dell’esecutivo è che a regime nel nostro Paese potrebbero entrare in funzione 15-20 mini reattori nucleari, in sigla SMR, strategicamente dislocati sul territorio nazionale così soddisfare in primo luogo le esigenze dei settori industriali più energivori, come per esempio la siderurgia, per poi diffondersi ulteriormente. (Nicola Porro)