Zuckerberg indossa un orologio da 900.000 dollari per annunciare la fine del fact check di Meta

Mark Zuckerberg ha annunciato martedì sui propri social i cambiamenti che presto avverranno sulle piattaforme Meta negli Usa: l’addio al fact-checking su Facebook e Instagram. Per l’occasione il 40enne ha indossato un costoso orologio svizzero del valore di circa 900.000 dollari. Per la precisione: un Greubel Forsey “Hand Made 1”. L'orologio è estremamente raro; Greubel Forsey SA produce solo due o tre modelli “Hand Made” all'anno e ci vogliono centinaia di ore per assemblare e rifinire a mano ogni orologio. (Corriere TV)

La notizia riportata su altri media

Secondo quanto appreso da Cnbc, hanno espresso la loro preoccupazione nel forum interno dopo che Joel Kaplan, il nuovo responsabile per gli affari globali di Meta ed ex vice capo dello staff della Casa Bianca sotto la presidenza di George W. (Italia Oggi)

Vedrete, dopo il video di ieri, Mark Zuckerberg verrà iscritto in un batter d’occhio nella lista dei cattivi, degli appestati, da almeno mezzo mondo politico e mediatico, italiano ed europeo. Forse non nella stessa posizione di Musk, ma subito dopo di lui. (Nicola Porro)

Grazie Mark Zuckerberg. Una buona notizia. (WIRED Italia)

Facebook cancella il fact-checking: basta censura

Adesso sì che il fondatore di Facebook fa paura: proprio i social network, per primo Fb, hanno reso semplicissimo diffamare e calunniare, o diffondere notizie false. Lo fanno gridando che loro sì, sono la democrazia: con la premessa “Non ce lo dicono”, Facebook e parenti hanno fatto passare “bufale” spaventose che l’informazione ufficiale, pur malconcia, scarta. (L'Unione Sarda.it)

Uno studio pubblicato su BMJ Public Health suggerisce che i vaccini contro il Covid-19 potrebbero aver contribuito al persistente aumento dei decessi in eccesso registrato negli Stati Uniti e in altri Paesi occidentali tra il 2020 e il 2022. (Il Giornale d'Italia)

Il controllo delle informazioni sarà affidato agli utenti stessi che potranno aggiungere note… Una svolta che pone fine all’era dei social network controllati da figure esterne, i cacciatori di bufale. (La Stampa)