Mafia nigeriana a Torino, emesse 43 misure cautelari
Una delle peculiarità dell'articolazione torinese dell'associazione era rappresentata dal ruolo delle donne, affiliate mediante rapporti sessuali di gruppo con l'appellativo di “Queen” o “Belle”.
L'organizzazione criminale era particolarmente violenta ed era solita punire le “trasgressioni” con una speciale arma da taglio, una sorta di machete, detto Manga e Maga.
Controllava e gestiva in diverse zone di Torino il commercio su strada di sostanze stupefacenti, nonché lo sfruttamento della prostituzione di donne nigeriane, il “cult” (come viene denominato un gruppo criminale) Valhalla Marine smantellato dalla polizia, che ha eseguito 43 provvedimenti della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Torino. (La Stampa)
Se ne è parlato anche su altri giornali
L'organizzazione era articolata in varie cellule locali, dette "Deck" ed era specializzata nello spaccio di sostanze stupefacenti e nello sfruttamento della prostituzione. Un sodalizio di stampo mafioso presente in numerose città italiane, su cui da tempo indagavano le Direzioni Distrettuali Antimafia delle Procure della Repubblica di Torino e di Bologna. (L'Unione Sarda.it)
Come si articola il clan. Il clan Viking, secondo quanto ricostruito in lunghi anni di complesse indagini condotte dai magistrati anti-mafia, è articolato in cellule territoriali, definite «deck», ciascuna delle quali specializzata in spaccio di sostanze stupefacenti, gestione del racket della prostituzione e in sanguinosi raid punitivi contro i clan rivali. (Il Primato Nazionale)
Riti tribali, al limite della violenza sessuale e di fatti omicidiari. Una delle peculiarità dell’articolazione torinese dell’associazione era rappresentata dal ruolo delle donne, le quali venivano affiliate mediante rapporti sessuali di gruppo ed assumevano l’appellativo di “Queen” o “Belle”. (CasertaNews)
Uno di loro è appunto "Popori", questo il nome con cui era conosciuto, residente nel capoluogo berico assieme alla famiglia. Dalle intercettazioni della mobile di Ferrara risulta che il dj voleva amputargli un braccio con il machete e appenderlo per i piedi. (VicenzaToday)
Altri tentativi li fece “contattando al telefono la Dia di Bologna e incontrando il ministro Minniti”.Fatti che “credevo avessero contribuito a smuovere le cose per avviare le indagini bloccate dal diniego alle intercettazioni telefoniche”. (Estense.com)
Trentuno misure di custodia cautelare sono state eseguite mercoledì, cinque degli arrestati risiedevano o comunque gravitavano tra Padova, Vicenza e la provincia di Venezia. Il «capo mandamento» per Padova, Vicenza e Venezia si chiama Emmanuel Okenwa, detto «Boogie», dj di musica afro beat. (Corriere della Sera)