"Quadro rubato e taroccato". Chiusa l’indagine su Sgarbi, ora rischia fino a dodici anni
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Riciclaggio di beni culturali, contraffazione di opere d’arte e autoriciclaggio di beni culturali. Sono queste le accuse che la procura di Macerata ha formalizzato nei confronti del critico d’arte Vittorio Sgarbi, al quale è stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini. La vicenda è quella della tela seicentesca rubata nel 2013 da un castello e che poi sarebbe riapparsa nove anni dopo a Lucca nella mostra "I pittori della luce" curata da Sgarbi , come opera di sua proprietà, del tutto identica. (il Resto del Carlino)
Se ne è parlato anche su altri giornali
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Vittorio Sgarbi rischia di rispondere di riciclaggio, autoriciclaggio e contraffazione di opere d'arte e di andare a processo: è quanto sarebbe emerso a chiusura dell'inchiesta, condotta dalla procura di Macerata, sulla vicenda di un quadro del Seicento senese di Rutilio Manetti intitolato La cattura di San Pietro. (il Giornale)
Sgarbi, che rischia fino a 12 anni, respinge ogni accusa e parla di "contestazioni infondate. (il Resto del Carlino)
Riciclaggio, autoriciclaggio e contraffazione di opere d’arte. Collaborazione di Thomas Mackinson e Madi Ferrucci (Rai Storia)
Reggio Emillia Una perizia svolta direttamente sull’opera e la testimonianza dell’artista di Montecchio (Reggio Emilia) Pasquale Frongia, il quale avrebbe raccontato ai carabinieri che Vittorio Sgarbi gli avrebbe commissionato un’operazione di “maquillage” sul dipinto. (Gazzetta di Reggio)
Rischia una condanna da 4 a 12 anni. "I miei difensori, gli avvocati Alfonso Furgiuele e Giampaolo Cicconi, sono impegnati a ricostruire la realtà dei fatti oggetto delle contestazioni, che ritengo infondate" sono le parole del critico d’arte. (il Resto del Carlino)