Anelli (Fnomceo): “Medici di famiglia pronti a svolgere venti milioni di ore l’anno nelle case di comunità”

Venti milioni di ore l’anno: è il tempo che, già oggi, gli oltre quarantamila medici di medicina generale italiani sono pronti a dedicare ai servizi per i cittadini nelle Case di Comunità. E questo grazie alla nuova convenzione, che per molti aspetti diventa operativa nel 2025, attivando finalmente, per i medici di medicina generale, il ruolo unico. Cosa significa? Che non c’è più differenza, ad esempio, tra medici di famiglia e medici di continuità assistenziale. (Sanità24)

Se ne è parlato anche su altre testate

I giovani dottori che, dopo la nuova specializzazione universitaria in Cure primarie, decideranno di diventare medici di famiglia non saranno più liberi professionisti che siglano una convenzione con il Ssn per tenere aperti i loro ambulatori alcune ore al giorno, gestendo in modo autonomo un determinato numero di pazienti (1.500 al massimo, che con le deroghe arrivano in media a 1.800), ma saranno veri e propri dipendenti, assunti con orari e contratti nazionali. (Nurse Times)

Preliminare e’ la domanda: esiste un numero di telefono del SSN? Oggi no, ma in potenza sì. Un recente articolo del nefrologo Giuseppe Remuzzi (Istitituto Mario Negri) su Il Corriere sollecita alcune considerazioni. (L'HuffPost)

Il progetto di riforma in cantiere prevede una trasformazione radicale: i futuri medici di famiglia non saranno più liberi professionisti che lavorano nel proprio studio, ma dipendenti pubblici integrati in strutture più ampie e organizzate. (Io Donna)

Medici di famiglia dipendenti del SSN? Fa discutere la proposta di Schillaci

Medici di famiglia. Fmt: “Il Governo sbaglia su passaggio a dipendenza e su case di comunità” 08 GEN (Quotidiano Sanità)

«Molti dei nostri concittadini non sono in buona salute e non hanno abbastanza soldi per curarsi, è venuto il momento di aiutarli. Medici ne abbiamo, ma non sempre dove servono. (Corriere della Sera)

L'ipotesi ventilata dal Ministro della salute Schillaci nell'ambito dell'annunciata riforma sanitaria rivedrebbe così il ruolo svolto dai medici delle cure primarie. Nell'idea del ministro dovranno essere il primo riferimento dei cittadini rispetto alle richieste di salute. (RaiNews)