Zuckerberg e il caso censura: perché parla proprio ora?
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L'uscita a sorpresa di Mark Zuckerberg, Ceo di Meta e creatore di Facebook, sul fatto che le sue piattaforme social hanno censurato contenuti sensibili e potenzialmente fuorvianti sul Covid-19 su richiesta dell'amministrazione di Joe Biden e della vice e candidata democratica alle presidenziali di novembre Kamala Harris, ha fatto discutere negli Usa e non solo. E ha aperto un ampio (Inside Over)
Ne parlano anche altre testate
La notizia c’è, anche se avrete faticato a trovarla ieri sui giornali e nelle rassegne stampa ufficiali. Non è la prima volta infatti che il fondatore di Facebook e Meta Mark Zuckerberg ammette che i suoi social si sono prestati a censurare utenti e contenuti su indicazione di agenzie governative Usa. (Nicola Porro)
Adesso che c'è la confessione ufficiale di Mark Zuckerberg, possiamo dirlo: esisteva ed esiste una sorta di internazionale social(ista). (il Giornale)
Lo ha ammesso il ceo di Meta in una lettera inviata al repubblicano Jim Jordan, a capo del Comitato giudiziario della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti. Zuckerberg ha fatto riferimento a vere e proprie pressioni subite affinché, in piena pandemia di coronavirus, “censurasse alcuni contenuti relativi al Covid-19” condivisi su Facebook e Instagram. (L'Opinione delle Libertà)
Continua l'eco delle rivelazioni boom di Mark Zuckerberg fondatore di Facebook sulle pressioni esercitate da Joe Biden ai tempi del covid. (Secolo d'Italia)
Queste pressioni si sarebbero intensificate soprattutto durante i momenti critici della pandemia, quando la preoccupazione per la disinformazione era ai massimi livelli. (Radio Radio)
Marc Zuckerberg, il fondatore di Facebook e CEO di Meta (società che gestisce tutte le piattaforme social), ha mandato una lettera alla commissione giustizia della Camera statunitense dicendo che nel 2021 l’amministrazione Biden ha fatto pressioni su Meta per censurare contenuti sul Covid -19 inclusi post satirici. (Radio Radio)