Missile russo su Kryvyi Rih, strage di civili: sei bambini uccisi. Zelensky: "Mosca non cerca la tregua"
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Il conflitto in Ucraina, giunto ormai al suo 1.137° giorno, ha registrato un nuovo capitolo di violenza con l’attacco missilistico russo sulla città di Kryvyi Rih, nel centro del paese. Un missile balistico Iskander, dotato di testata a grappolo, ha centrato un’area residenziale, causando una strage che ha portato il bilancio a 18 vittime – tra cui sei minori – e oltre 60 feriti, molti in condizioni critiche. Le esplosioni, oltre a spezzare vite, hanno ridotto in macerie interi edifici, lasciando dietro di sé una scena già purtroppo familiare: automobili in fiamme, muri squarciati e strade disseminate di detriti.
Volodymyr Zelensky, che proprio a Kryvyi Rih è nato, non ha usato mezzi termini nel commentare l’accaduto. «Questo dimostra che Mosca non vuole un cessate il fuoco», ha dichiarato, sottolineando come l’offensiva russa prosegua nonostante i tentativi diplomatici. Le parole del presidente ucraino sembrano rivolte anche a quei leader occidentali che, come Gran Bretagna e Francia, accusano Vladimir Putin di temporeggiare nei negoziati, esortando il Cremlino a rispondere alle proposte statunitensi.
Intanto, le operazioni di soccorso continuano tra cumuli di cemento e vetri infranti, mentre gli ospedali locali lavorano a pieno regime per assistere i feriti, tra cui una dozzina di bambini. L’uso di munizioni a grappolo, già al centro di numerose condanne per il loro impatto indiscriminato sui civili, solleva ulteriori interrogativi sulle strategie militari adottate dalla Russia, che da mesi concentra i suoi attacchi anche su infrastrutture energetiche e centri urbani.