Meta AI, come opporsi all'uso dei propri contenuti
Articolo Precedente
Articolo Successivo
L’annuncio è arrivato lo scorso 14 aprile: Meta comincerà ad addestrare il suo modello di intelligenza artificiale Meta AI con i dati pubblicati dagli utenti di Facebook e Instagram anche in Europa. La mossa dell’azienda di Mark Zuckerberg ha immediatamente provocato un vero tsunami di reazioni (prevedibilmente) negative e la maggiore preoccupazione degli utilizzatori dei social network targati Meta, al momento, è quella di sapere come impedire l’utilizzo dei loro contenuti per foraggiare l’algoritmo. (Wired)
Su altri giornali
Esistono dei meme che girano sui social e che prendono in giro Meta per gli errori che fa la sua intelligenza artificiale, che è già incorporata in WhatsApp. (Domani)
Una mossa prevedibile ma che ha fatto parecchio rumore, perché sui social sono fioccati subito commenti di utenti poco inclini a concedere le proprie informazioni per sviluppare il chatbot di Meta. Meta utilizzerà i dati degli iscritti a Facebook e Instagram per addestrare il suo modello di intelligenza artificiale (Esquire)
L’IA è inesorabilmente inarrestabile. Malgrado le tutele legali, politiche e governative messe in atto negli ultimi anni, la tutela dei dati personali è una lotta continua e con l’IA la battaglia è pari a quella di don Chisciotte contro i mulini a vento. (ZetaTiElle)

A partire dalla fine di maggio 2025, Meta inizierà a usare i dati degli utenti europei adulti di Facebook e Instagram per addestrare i propri modelli di intelligenza artificiale, come il chatbot Meta AI o i modelli linguistici LLaMA. (Key4biz)
L’entrata in scena di Meta AI nell’ecosistema europeo non è soltanto un fatto tecnico, né una semplice svolta industriale nella corsa all’intelligenza artificiale generativa, ma è, innanzitutto, un evento giuridico e sistemico. (Agenda Digitale)
Meta sta per iniziare una gigantesca raccolta dati, per addestrare la sua Intelligenza Artificiale: lo fa raccogliendo informazioni dai nostri contenuti pubblici, come foto e commenti sui social. Come difenderci da questo "scippo" di dati? Ce lo spiega Marco Camisani Calzolari (Mediaset Infinity)