L'Iran senza i suoi surrogati
È un Iran depotenziato dalle capacità delle 30 milizie surrogate sparse negli stati mediorientali quello che si appresta a vivere lo scontro finale con Israele. Larga parte di esse sono state distrutte o gravemente indebolite secondo il perseguimento di una strategia accurata: isolare Teheran riducendone la sfera di influenza e privandola di mezzi e uomini a disposizione in prossimità del territorio nemico. (Italia Oggi)
Ne parlano anche altri media
Resta altissima la tensione tra l'Iran e Israele. (Sky Tg24 )
Ora la rappresaglia iraniana al raid aereo ordinato da Benyamin Netanyahu è data per sicura – «nei prossimi giorni» prevedeva ieri il Washington Post – in una escalation di attacchi tra le due parti intenzionate ad affermare la rispettiva capacità di deterrenza. (il manifesto)
L’Iran potrebbe condurre un attacco “forte e complesso” e usare “testate più potenti” in un attacco di rappresaglia contro Israele, rispetto a quelle utilizzate in precedenza: lo riferisce il Wall Street Journal citando fonti, secondo le quali le autorità iraniane non avrebbero intenzione di limitare la loro risposta a missili e droni. (LA NOTIZIA)
L’Iran colpirà “certamente” Israele e ha già definito come, ripetono i pasdaran di Teheran. (Il Fatto Quotidiano)
«Una risposta schiacciante». Stavolta è la guida suprema dell'Iran in persona, l'ayatollah Ali Khamenei, a minacciare Israele (e anche gli Stati Uniti» per gli attacchi alla Repubblica islamica. (il Giornale)
«Si tratta di affrontare la crudeltà internazionale», ha detto Khamenei; «per la nazione iraniana, ispirata agli insegnamenti dell’Islam, affrontare la crudeltà è un dovere religioso». (L'INDIPENDENTE)