Ungheria, hub elettrico europeo con BMW e BYD nel 2025
L’Ungheria si prepara a un ruolo chiave nella produzione di veicoli elettrici. Entro la seconda metà del 2025, BMW e BYD apriranno i loro impianti nel paese. Lo stabilimento BMW a Debrecen produrrà modelli elettrici basati sulla piattaforma Neue Klasse. BYD, a Szeged, si concentrerà su veicoli a batteria, sia elettrici che ibridi plug-in, per il mercato europeo. Ungheria, c’è anche CATL A questo panorama si aggiunge CATL, colosso nella produzione di batterie. (QN Motori)
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Un passo indietro A illudere tutti è stato il Ministro delle Imprese, Adolfo Urso, che a marzo 2024 annunciava come il Belpaese avesse bisogno di una seconda azienda, in aggiunta a Stellantis, per raggiungere la fatidica quota di un milione di veicoli l’anno prodotti nei nostri confini: “Da diversi mesi stiamo dialogando con tre gruppi cinesi”. (Autoappassionati.it)
PER BYD NIENTE DAZI L'Ungheria è sempre più importante per l'industria automotive. In questo Paese sorgeranno infatti le nuove fabbriche di BMW e BYD che sono già in costruzione ed entreranno in funzione nella seconda metà del 2025. (HDmotori)
L'Ungheria è il Paese che più di tutti si è battuto contro l'applicazione dei nuovi dazi sulle auto elettriche cinesi, ma è anche lo Stato che da questa situazione guadagnerà maggiormente. Tutto merito di Orban che, mantenendo lo stesso piede in due staffe, tra Est e Ovest, ha l'energia meno cara d'Europa ed è un caro amico di Pechino In Europa non esiste leader più anti-europeista di Viktor Orban, agli antipodi delle politiche comunitarie e, in particolare, di quelle di Ursula von der Leyen. (Start Magazine)
Per BYD, che mira a diventare un costruttore europeo, l'apertura dello stabilimento ungherese permetterà di evitare i dazi del 17% sui veicoli elettrici importati dalla Cina, che si aggiungerebbero al 10% già applicato. (Tom's Hardware Italia)
Le due fabbriche, operative dalla seconda metà del 2025, non solo rappresenteranno per BMW e BYD un passo strategico ma porteranno benefici significativi all’economia locale. (ClubAlfa.it)
L'azienda che da oltre vent'anni opera sul territorio asiatico, infatti, vuole sfruttare l'occasione per mettere stabilmente piede nel Vecchio Continente, accettando di fatto la corte dell'Ungheria che dal prossimo anno aprirà le porte alla produttrice di auto come richiesto largamente dal premier Orban che ha chiesto una mano per l'economia nazionale. (Virgilio)