L’allarmismo su Trump presidente è infondato

Allarmismi, crisi isteriche e ansia generalizzata montano nel Belpaese alla notizia del trionfo elettorale di Donald Trump nelle elezioni Usa 2024. Tutta colpa della propaganda tossica e iperideologizzata di queste ultime settimane, dell’asfissiante martellamento mediatico pro Kamala, eretta dai media progressisti di mezzo mondo a neo salvatrice dell’umanità, della feroce campagna di demonizzazione contro The Donald, dipinto dagli stessi media alla stregua di un folle capace di mettere a repentaglio l’esistenza del pianeta e del genere umano nella sua interezza. (Nicola Porro)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Vance il vice presidente, "cafone colto". Basti pensare al titolo di Repubblica il giorno dopo il rovinoso voto. (Liberoquotidiano.it)

Vance il vice presidente, "cafone colto". "Sono tornato" titola Repubblica sopra una foto di Trump dagli occhi minacciosi. (Secolo d'Italia)

L’ultima follia del Domani di Carlo De Benedetti su Trump Così, a caldo, mentre ancora arrivano dagli Stati Uniti i dati non definitivi della vittoria di Donald Trump su Kamala Harris nella corsa alla Casa Bianca, lasciatemi dire che trovo esagerata quella bandiera americana in fiamme sventolata, non so se più per paura o per rabbia, sulla prima pagina di Domani. (Start Magazine)

Il voto Usa ha affossato la credibilità di buona parte della stampa italiana che ha tifato invece che analizzare e informare

Allora il quotidiano comunista, mandando la sera prima in stampa il giornale, si basò solo sui primi exit pool che davano il candidato democratico John Kerry in vantaggio sul repubblicano George W. Bush. (Tempi.it)

E, invece, anche alla maggioranza degli elettori americani, più che il fascismo che minaccia la democrazia, i matrimoni per le coppie gay e uno dei sette nani da dipingere di nero, interessano «le frontiere, la sicurezza e tornare a fare grande la nostra Patria». (il Giornale)

Il voto Usa, con la vittoria trionfale di Donald Trump, ha affossato la credibilità di buona parte della stampa italiana che ha tifato invece che analizzare e informare. Non posso che dare ragione a Marco Travaglio che sul “Fatto Quotidiano” ha sottolineato come molte testate italiane, anche autorevoli, con corredo di volti peraltro costantemente presenti in tv, abbiano dato per vincente e in vantaggio Kamala Harris, senza accorgersi dello tsunami che stava giungendo contro le stordite élite del “sono progressista”, ma “il popolo non capisce nulla”. (LaC news24)