Il decalogo dell’oppressione

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Giustizia Insieme ESTERI

Il decalogo dell’oppressione di Maria Teresa Covatta In 114 pagine i talebani compendiano nuove e vecchie regole che dovranno normare la vita dei cittadini afghani e preservare la loro virtù, secondo i criteri indicati dal Ministero per la promozione della virtù e la repressione del vizio, creato appositamente per prevenire qualunque forma di cedimento a comportamenti ritenuti amorali. Regole naturalmente indirizzato in gran parte alle donne e al loro corpo che evidentemente si presenta come una vera e propria ossessione per il regime: se agli uomini si prescrive di non portare pantaloni al di sopra del ginocchio e di non radersi, alle donne si prescrive il totale occultamento del corpo, occhi compresi, e di non parlare in pubblico perché anche la voce, oltre ai capelli, a una mano o un piede, è considerata idonea a indurre in tentazione e corrompere la morale degli uomini. (Giustizia Insieme)

La notizia riportata su altri giornali

KABUL (AFGHANISTAN) – Il governo talebano ha introdotto il 21 agosto il “Decreto sulla propagazione della virtù e la prevenzione del vizio”, che vieta alle donne di cantare o parlare in pubblico. Una norma che impone nuove restrizioni ai diritti delle Afghane già ridotti al lume. (Quotidiano di Sicilia)

Sogni normali, all’apparenza, per una ragazza che ha poco più di 20 anni. Hasina (per tutela sua e della sua famiglia useremo solo il nome di battesimo, ndr) ha 25 anni, viene da Kabul e poco più di tre anni fa è riuscita a lasciare lo Stato tornato in mano al regime talebano. (Luce)

«Bella ciao» come sfogo, inno di liberazione dall’ultima stretta dei Talebani: il divieto alle donne di parlare in pubblico, visto che la loro voce può diventare uno «strumento di vizio». Il video, già condiviso da migliaia di utenti, riecheggia le proteste delle iraniane ai tempi della sollevazione popolare contro l’uccisione della 22enne Mahsa Amini nel 2022. (Il Sole 24 ORE)

Ad alta voce in solidarietà alle donne afghane». Tutto nasce, spiegano gli organizzatori, dalla nuova legge talebana volta a «promuovere la virtù e prevenire il vizio» dove si vietano alle donne «musica, poesia, parola pubblica: è un abominio di un regime che ha paura delle donne. (Corriere Fiorentino)

Due settimane fa il loro capo Hibatullah Akhundzada ha promulgato 35 articoli che vietano alle donne di avventurarsi fuori casa da sole: perfino sui bus devono essere accompagnate da un tutore. (L'HuffPost)

Negli ultimi giorni un grido di libertà si è levato dall'Afghanistan e ha attraversato i confini, raggiungendo ogni angolo del mondo. (Io Donna)