Uno stop alle toghe rosse: “Dovere di astenersi” per il giudice che si espone politicamente
Secondo il Messaggero, sta per arrivare in Consiglio dei Ministri il provvedimento per cercare di limitare il fenomeno delle toghe politicizzate, che vorrebbero interferire nelle scelte (politiche) di un governo o di una maggioranza legittimati dal voto popolare imponendo la propria visione politica (non proprio quello che viene richiesto a un giudice, terzo e imparziale). Lo si farà, molto probabilmente, cercando di limitare quello che è accaduto nelle ultime settimane, quando giudici con carriere avviate da attivisti pro-migranti si sono ritrovati a decidere (ovviamente, con esiti parimenti pro-migranti) su convalide di trattenimenti e richieste d’asilo. (La Voce del Patriota)
Se ne è parlato anche su altri media
Al primo punto del pre-Consiglio, la riunione preparatoria dei tecnici tenuta ieri a Palazzo Chigi, è stato discusso lo schema di decreto legge che introduce una modifica importantissima alla normativa … (Il Fatto Quotidiano)
Nella bozza del decreto legge in materia di Giustizia che sarà discusso lunedì prossimo in Consiglio dei ministri viene introdotta una norma che potrebbe prevedere azioni disciplinari per i magistrati che prendono posizione pubbliche su un argomento di cui si occupano o di cui si occuperanno. (La Stampa)
Se non rinunceranno a occuparsi dei fascicoli sulle stesse questioni, rischieranno sanzioni disciplinari (Il Fatto Quotidiano)
Questa volta scritto nero su bianco. Un ammonimento alle toghe “politicizzate”. (ilmessaggero.it)
ROMA. Una battaglia lunga. Da una parte il governo e dall’altra le toghe. Il primo fronte è il prossimo decreto legge che il governo è pronto a varare lunedì in consiglio dei ministri, il secondo, apparentemente teoretico ma in realtà di sostanza, sul prevalere della giurisprudenza italiana al cospetto di quella europea. (La Stampa)
Far rientrare negli illeciti disciplinari relativi all’esercizio delle funzioni di magistrato la «consapevole inosservanza del dovere di astensione nei casi in cui è espressamente previsto dalla legge l’obbligo di astenersi o quando sussistono gravi ragioni di convenienza». (Il Dubbio)