Meloni a Bruxelles, partita ancora aperta - MALPENSA24

Di Massimo Lodi La partita di Bruxelles non è finita. Il voto della destra italiana, specialmente del Meloni-partito, potrebbe pesare nella rielezione di Ursula von der Leyen. Popolari-Socialisti-Liberali hanno una maggioranza, tuttavia non al riparo dai prevedibili franchi tiratori. Bisogna allargarla, in modo esplicito o sottaciuto. Faranno avances alla Meloni cui conviene dir di sì. La parte della risentita esclusa l’ha recitata, ma -date le sue premesse nazionalistiche- non poteva che star fuori da un’intesa disegnata in Europa ben oltre la geometria del voto italiano. (malpensa24.it)

La notizia riportata su altri giornali

La premier ha affermato che la decisione sarebbe stata presa “attorno al caminetto” tra i rappresentanti di Governo e delle forze politiche che vararono a suo tempo la prima Commissione europea diretta da Ursula von der Leyen, per la riconferma di un secondo mandato, anziché scegliere attraverso il consenso nell’ambito del Consiglio europeo dei capi di Stato e di Governo. (opinione.it)

– Un’astensione su Ursula von der Leyen, un “no” ad Antonio Costa e a Kaja Kallas. Una posizione che comunque non blocca il via libera a tutto il ‘pacchetto’ proposto dalla maggioranza Ppe-S&D-Renew che passa a maggioranza: l’ex premier socialista portoghese Costa sarà quindi presidente del Consiglio europeo, mentre dopo il via libera del Parlamento von der Leyen farà il bis alla guida della Commissione e Kallas assumerà il ruolo di Alto rappresentante per la politica estera. (Gazzetta Matin)

Ma tutto ciò sembra non contare quando si prendono le decisioni su chi debba guidare la Ue Berlino, che ha imposto il ritorno del rigore, ha i suoi problemi di bilancio, con il debito che cresce più che in Italia. (Milano Finanza)

Le cancellerie bocciano le scelte di Meloni: “Errori strategici le costano l’isolamento in Europa”

Quel giorno, come ha confermato la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola a margine del Consiglio Europeo a Bruxelles, gli eurodeputati con ogni probabilità voteranno, a scrutinio segreto, sull’elezione della presidente della Commissione indicata dai leader, Ursula von der Leyen. (Adnkronos)

Alla fine la fumata bianca al Consiglio europeo sui vertici delle future istituzioni Ue è arrivata. Tutto questo senza il voto favorevole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha votato “no” a Kallas e Costa (unica tra i 27) mentre si è astenuta su von der Leyen, lasciando così aperta la strada di una trattativa che si concluderà il 18 luglio con il voto in plenaria al Parlamento Europeo. (Il Fatto Quotidiano)

«Al tavolo del Consiglio europeo i leader sanno che il pragmatismo deve prevalere sull’emotività e invece Giorgia Meloni è parsa in preda all’impulsività e a un eccesso di orgoglio: anziché fare un passo verso gli altri, ha atteso invano che altri lo facessero verso di lei. (La Stampa)