Vaticano: licenziati perché sposati, lo Ior: «In caso di nozze uno dei due dipendenti deve lasciare». Il caso arriva al Papa
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Di questo passo, volente o nolente, Papa Francesco sarà costretto ad intervenire su una questione enorme che per forza di cose tira in ballo le leggi fondamentali sulle quali si basa la Chiesa e pure il piccolo stato pontificio: «Può un regolamento interno avere la meglio su un sacramento?» Il caso che ha fatto affiorare questa vistosa anomalia che contrasta il Magistero della famiglia riguarda il nuovo regolamento interno dello IOR che vieta i matrimoni tra dipendenti, pena il loro licenziamento. (ilmessaggero.it)
Su altre fonti
E chi punisce il matrimonio? Addirittura il Vaticano, cioè lo Stato portatore dell'idea più ancorata al coniugio. Si sposano tra colleghi e il matrimonio costa il licenziamento a uno dei due. (Secolo d'Italia)
La coppia può al massimo scegliere chi, tra il marito e la moglie, possa continuare a lavorare. Niente nozze tra colleghi di lavori: il Regolamento non lo contempla e dunque uno dei due dipendenti deve essere licenziato. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
La vicenda degli sposini dello Ior finisce davanti al tribunale vaticano di cui è capo Giuseppe Pignatone. Una norma, entrata in vigore nello scorso maggio, che vieta il matrimonio tra colleghi dell’Istituto per le Opere di Religione ma anche con dipende… (la Repubblica)
«L’obiettivo dell’Istituto, attraverso questa norma è esclusivamente quello di garantire condizioni di parità di trattamento tra tutto il personale dipendente» ha spiegato l’istituto finanziario della Città del Vaticano (Il Sole 24 ORE)
Roma — L’appello è accorato: «Siamo disperati, Papa Francesco salvi la nostra famiglia». Una legge contro l’amore, come è stata ribattezzata, vieta dal maggio scorso il matrimonio tra dipendenti dello Ior ma anche di altri ist… (la Repubblica)
Niente nozze tra colleghi di lavoro: il Regolamento non lo contempla e dunque uno dei due dipendenti deve essere licenziato. La coppia può al massimo scegliere chi, tra il marito e la moglie, possa continuare a lavorare. (L'HuffPost)