Retate show e mille arresti al giorno. I paesi latinoamericani angosciati dal bullismo di Trump (di L. Santucci)

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L'HuffPost ESTERI

A botte di mille, o giù di lì. È il numero dei migranti arrestati ogni giorno dall’Ice, l’agenzia che si occupa della sicurezza delle frontiere e dell’immigrazione negli Stati Uniti, notificati sulla pagina X. Da domenica sono scattate le manette ai polsi di 4.120 persone, in piccola parte condannati per reati penali, a cui il governo vuole dare precedenza. Una crescita esponenziale rispetto al recente passato - con Joe Biden la media giornaliera era di 310 arresti giornalieri – frutto della stretta ordinata da Donald Trump (L'HuffPost)

Ne parlano anche altri media

Una fila di migranti senza volto, colti di spalle dal fotografo ufficiale. Stupisce quanto ci siamo vaccinati in fretta all’esibizione dell’orrore. (Elle)

Una delle promesse di Donald Trump è quella di deportare circa 1 o 2 milioni di immigranti illegali all'anno. Il progetto di deportazione di massa promosso dal leader del Make America Great Again è certamente ambizioso. (Today.it)

La ministra-sceriffo si è presentata a una retata dell’ufficio immigrazione nel Bronx, New York, munita di giubbotto antiproiettile, cappello da baseball della polizia e giacca nera. La già governatrice del Dakota del Sud ha immortalato lei stessa su X la riunione operativa degli agenti. (Liberoquotidiano.it)

Provano ad aprire, ma la porta è bloccata. New York — Due ragazzine brune, che sommate insieme non faranno trent’anni d’età, ritornano all’ingresso dell’appartamento 1A dopo aver recuperato un po’ di cibo. (la Repubblica)

Donald Trump intensifica la stretta ai clandestini nelle città americane e arriva a New York, roccaforte democratica e una delle città santuario che proteggono gli immigrati. E durante i raid scattati all'alba di martedì, insieme agli agenti dell'Ice (l'Immigration and Customs Enforcement) c'era anche la neo segretaria per la Sicurezza Interna Kristi Noem. (il Giornale)

Francisco Pellizzari, padre scalabriniano e direttore della Casa del Migrante di Città del Guatemala, parla al telefono con una concitazione inusuale per lui, abituato a infondere calma e speranza a persone segnate da violenze fisiche e psicologiche lungo il percorso migratorio. (il manifesto)