’Ndrangheta - Arresti nel Reggino, dopo l’omicidio dello zio Rocco Molè lasciò il programma recupero per minori

Il clan Molè, secondo la Dda reggina, si sarebbe allargato nelle regioni del Nord, in particolare in Lombardia, dove avrebbe impiantato i metodi classici della 'ndrangheta, con mire espansionistiche sulla Svizzera

Molè, alla morte dello zio omonimo Rocco, assassinato nel 2008 nell'ambito di un conflitto interno con gli alleati storici Piromalli, decise di lasciare il programma per rientrare nell'ambiente criminale per dedicarsi agli affari della famiglia. (LaC news24)

Ne parlano anche altre fonti

Lo ha rivelato il capo della Procura DDA di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, nel corso della conferenza stampa tenuta in Questura a Reggio Calabria per illustrare i dettagli sull'operazione «Nuova Narcos Europea» (Gazzetta del Sud - Edizione Reggio Calabria)

Ma il sospetto che mai fosse riuscito a tranciare il legame con le radici mafiose del casato a cui apparteneva, aleggiava come un fantasma su quella promessa di redenzione: «Poteva cambiare, ma è stato risucchiato nel vortice della sua famiglia», dicono al quartier generale dell’associazione, a Torino (La Stampa)

Se no entro dentro casa e gli taglio il cuore", dice Rocco Molè intercettato mentre parla del recupero sfumato di un carico di cocaina al porto di Livorno. "A questo giovane la 'nrangheta ha confiscato la vita", sono le parole, durissime, di don Ciotti a La Stampa. (Today)

Quello è l’anno dell’uccisione di suo zio, Rocco Molè. Tra i dialoghi all’attenzione della Pg ce n’è uno tra Antonino Pesce, classe 93 e Rocco Molè (Corriere della Calabria)

Il clan Molè, secondo la Dda reggina, si sarebbe allargato nelle regioni del Nord, in particolare in Lombardia, dove avrebbe impiantato i metodi classici della ‘ndrangheta, con mire espansionistiche sulla Svizzera (Approdo Calabria)

Prima di diventare il capo incontrastato di una delle più potenti cosche di ‘ndrangheta del mondo, egemone nella piana di Gioia Tauro, snodo del traffico internazionale di cocaina, Rocco Molè, 26 anni, terza, forse quarta, generazione di un casato mafioso che ha scritto la storia della più potente organizzazione criminale del mondo, aveva trascorso tre mesi a Torino con l’associazione Libera contro le mafie (La Stampa)