Milano, i due spioni che vendevano informazioni alla Russia in cambio di criptovalute

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Open INTERNO

Due imprenditori brianzoli in contatto con i servizi segreti di Mosca attraverso la mail istituzionale. La storia del pedinamento di R.B. e i compensi in bitcoin P.S., 60 anni, è residente in Brianza e titolare di una società attiva nel settore immobiliare. F.C., 32 anni e simpatie per Mosca, è il suo socio di minoranza. Entrambi sono indagati a Milano per aver violato l’articolo 246 del Codice Penale. (Open)

Se ne è parlato anche su altri media

Il piano però non sarebbe andato a buon fine. (Fanpage.it)

Le indagini hanno fatto emergere un piano per raccogliere filmati sui sistemi di video sorveglianza urbana. I responsabili sono stati pagati in criptovalute (StartupItalia)

Il caso, emerso grazie alle indagini delle autorità italiane, riguarda presunti agenti russi che avrebbero reclutato cittadini italiani tramite la piattaforma Telegram. Le operazioni, mascherate da semplici richieste di fotografie, nascondono intenzioni ben più (Inside Over)

Dura più di un anno il legame tra un imprenditore monzese, indagato per corruzione con l'aggravante di terrorismo ed eversione, e un uomo del servizio dell'intelligence russo Fsb (non identificato), in particolare dal marzo del 2023 al maggio del 2024, quando si consuma parte della guerra, ancora in corso, tra Russia e Ucraina. (Civonline)

MILANO. «Abbiamo strutture, abbiamo tecnologie, sappiamo muoverci», sosteneva il 34enne italo-svizzero P.S. quando, nel marzo 2023, ha scritto a una mail istituzionale dell’Fsb per offrirsi di lavorare «a sostegno della pace in ogni modo». (La Stampa)

Si sta allargando la portata del caso di spionaggio che vede due imprenditori lombardi di 34 e 60 anni indagati per aver collaborato con l’intelligente russa allo scopo di fornire agli agenti di Vladimir Putin informazioni sensibili e appoggio logistico a Milano e Roma. (IL GIORNO)