Milano, i due spioni che vendevano informazioni alla Russia in cambio di criptovalute
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Due imprenditori brianzoli in contatto con i servizi segreti di Mosca attraverso la mail istituzionale. La storia del pedinamento di R.B. e i compensi in bitcoin P.S., 60 anni, è residente in Brianza e titolare di una società attiva nel settore immobiliare. F.C., 32 anni e simpatie per Mosca, è il suo socio di minoranza. Entrambi sono indagati a Milano per aver violato l’articolo 246 del Codice Penale. (Open)
Se ne è parlato anche su altri media
Questa è la sua versione. Uno dei due era infatti preoccupato per la moglie, che vive in Moldavia, e chiedeva lumi sul futuro della guerra in Ucraina. (Il Fatto Quotidiano)
È il 14 marzo 2024 e a scrivere è il presunto membro del Fsb, il servizio segreto russo, con il quale P.S. – uno dei due imprenditori monzesi indagati dell’inchiesta della Procura di Milano e del Ros sulla corruzione aggravata dalla finalità di terrorismo ed eversione – parlerà per mesi … (Il Fatto Quotidiano)
Al centro dell'indagine i tentativi di fornire informazioni sensibili, come la mappatura delle videocamere di sorveglianza di Milano o di grandi città, all'intelligence russa. In cambio avrebbero ricevuto pagamenti in criptovalute. (Lettera43)
La procura di Milano ha chiuso le indagini e indagato due soggetti che risulterebbero essere al soldo dei servizi di Mosca dai primi mesi del 2023 ed erano basati nell'alta Lombardia. Una nuova inchiesta preoccupa l'intelligence italiana. (il Giornale)
La seconda parte del piano era coinvolgere, a loro insaputa, le cooperative dei taxi lombarde. L’aggancio su Telegram e il compenso in criptovalute. (Milano Finanza)
La Procura di Milano ha chiuso le indagini, condotte dai carabinieri del Ros, nei confronti di due persone "con base" in Lombardia che, a partire dai primi mesi del 2023, si sarebbero "fatti promotori di una collaborazione con i servizi di intelligence russi" per "fornire informazioni di natura sensibile", come la "mappatura dei sistemi di videosorveglianza delle città di Milano e Roma, mostrando particolare attenzione alle 'zone grigie', ossia a quelle aree cittadine non coperte da telecamere" o "dash cam" su taxi. (La Repubblica)