Garante e OpenAI, l'azione privacy non sia fuoco di paglia

Le critiche all'Autorità sono state eccessive. Non è mai stata bloccata "l'innovazione" ma solo un programma web, ChatGpt. Ma il vero errore sarebbe il nulla di fatto. Anche riveduta e perfezionata in sede europea, l'auspicio è che l'azione privacy rientri nell'arsenale di attenzioni che ci servono per "umanizzare" l'AI (Agenda Digitale)

La notizia riportata su altri media

Infatti, è possibile accedere alle funzioni di ChatGPT sia direttamente che su cloni addestrati con un campione di dati simile a partire dai medesimi algoritmi e software. In particolare, la famiglia di modelli di linguaggi Generative pre-trained transformers (GPT) che sono stati creati inizialmente da OpenAi e rilasciati in open source. (WIRED Italia)

Lo ha reso noto il Garante, informando che domani, mercoledì 5 aprile, si terrà un incontro in videoconferenza con i rappresentanti di OpenAI, l’azienda che gestisce il software d’intelligenza artificiale relazionale. (Open)

L'Autorità ha contestualmente aperto un'istruttoria."Dopo il blocco all'accesso applicato da OpenAI a ChatGPT, su richiesta del Garante italiano, il mercato professionale sta già alacremente cercando soluzioni che permettano di aggirare il divieto imposto: utilizzare una VPN (Rete Privata Virtuale) a pagamento per non essere geograficamente tracciati e quindi poter utilizzare indisturbati i servizi dell'AI. (Borsa Italiana)

Solo qualche giorno fa il Garante della Privacy ha disposto l’arresto immediato di ChatGPT in Italia, accusando OpenAI di aver raccolto e conservato illecitamente dati personali e di non aver dotato la piattaforma di sistemi per la verifica dell’età degli utenti. (Fastweb.it)