1000 giorni di guerra, la Nazionale ucraina: "Guardate questo video, il mondo deve vedere"
Giorni di guerra, la Nazionale ucraina: "Guardate questo video, il mondo deve vedere" 1000 giorni di invasione russa in Ucraina. I numeri di questo video parlano più forte di qualsiasi parola. I calciatori ucraini mostrano le perdite, le vite distrutte, i bambini rapiti e le case rase al suolo. "Il mondo deve vederli. Perché, mentre guarda, questi numeri continuano a crescere", si legge nel video lanciato dalla "Federcalcio" ucraina sui suoi canali social. (La Stampa)
Ne parlano anche altri media
Tre altri soldati si abbracciano e incoraggiano a vicenda: sono ufficiali della leggendaria Terza Brigata d’assalto e stasera saranno assieme sul treno per tornare al fronte nella zona di Kupiansk. «Vogliamo vendicare i nostri morti. (Corriere della Sera)
Zelensky al Parlamento Ue: I valori europei proteggono la vita della gente 19 novembre 2024 Così il Presidente ucraino, Volodimir Zekensky, nel suo intervenuto in video collegamento alla sessione plenaria speciale del Parlamento europeo a 1000 giorni dall'invasione russa in Ucraina (Il Sole 24 ORE)
Il 2024, secondo le stime ucraine, sarebbe stato pesante dal punto di vista delle perdite nelle forze russe. Mosca spinge intanto sull’aumento dei fondi destinati alle truppe, così da incentivare l’arruolamento. (Sky Tg24 )
Tuttavia, non penso che ci sarà un’escalation, poiché Putin ha già chiarito che ciò implicherebbe un coinvolgimento della NATO». «Fino ad allora non ci saranno grandi stravolgimenti». (Corriere del Ticino)
"Putin si è posto l'obiettivo di vincere questa guerra e più tempo passa, più peggiorano le nostre condizioni. Putin è più piccolo dell'Europa unita. Ogni giorno è quello giusto per fare pressioni su Putin e togliergli quello che gli interessa, il potere e il denaro". (La Stampa)
Quando si sono pronunciate queste poche sillabe, e intanto in Ucraina uomini e cose si rarefanno, appassiscono, cadono a pezzi, si è detto tutto, si è risposto a tutto e la vittoria non è nemmeno più una speranza. (La Stampa)