LA MIA VETRINA IN VIA FIRENZE

temporary in centro a Pescara - articolo di Gianni Lussuoso sulla diffusione del negozio temporaneo fisico
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Pescara, (informazione.it - comunicati stampa - economia)

“LA MIA VETRINA VIA FIRENZE 229” 

(per iniziativa di Daria, Davide e Adda Seri)

 

TEMPORARY IN CENTRO A PESCARA

 

Per lo sviluppo di una città il terziario è sempre il volano più importante, specie se si tratta di una come Pescara che ha una sua vocazione turistica e  che proprio nei temporary store  potrebbe trovare  la sua espressione più efficace.

A Pescara, nasce “La mia Vetrina Via Firenze  229 Pescara” per iniziativa  dei fratelli Seri (Daria Davide e Adda) degni rampolli di artigiani di successo, proprio per l’indole da impresari che albergava in Dario (il nonno) e poi suo figlio Florio (il papà) quest’ultimo conosciuto oltre che per la sua attività lavorativa anche per il suo impegno di  talent  scout degli anni Quaranta, quando allenava le giovani promesse calcistiche indirizzandole poi alle serie A, B e C.

La famiglia Seri, a Pescara, rappresenta ciò che Luigi Einaudi diceva dei piccoli imprenditori e delle famiglie che li seguivano nella gestione dando continuità al progetto del capostipite: la popolazione diminuisce, le barriere all’ingresso, e non solo, sono aumentate. Tuttavia, di imprenditori c’è ancora un gran bisogno e per fortuna la propensione  per la libera iniziativa è forte anche tra le nuove generazioni.  

È la vocazione naturale che li spinge ma anche il buon gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, fattori questi che costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno.

Pescara trovò in Dario Seri un imprenditore coraggioso che, geniale e avveduto, intuì come questa piccola città potesse negli anni diventare un centro importante per la economia regionale.

Intanto si preoccupò di mettere delle basi concrete, delle radici che avrebbero dovuto sostenere, negli anni, l’attività di famiglia certo che, con i suoi esempi, i figli lo avrebbero seguito in questa operazione.

Nel periodo 1919-1925 lo scenario economico e finanziario della città nel Primo dopoguerra si presenta vivace in quanto, a fianco agli imprenditori locali, si registrano significativi investimenti da parte di imprenditori esterni e tra questi Dario Seri che lasciata la sua città natale Rieti, si trasferì a Pescara dove, nel 1923, cominciò la costruzione di una palazzina in via Firenze che, nel suo intendimento, doveva rappresentare un punto di riferimento per la Famiglia. 

Negli anni a seguire la lungimiranza di Seri lo portò a prevedere che quella città, che usciva martoriata dalle vicende belliche del Secondo Conflitto Mondiale e con la necessità di ritrovare la spinta per una concreta rinascita, avrebbe vissuto periodi di brillante crescita soprattutto nel Terziario.

La figura paterna, si sa, è punto di riferimento etico e di traenza sociale per ogni figlio che sente la necessità di affidarsi a lui, di poter conversare e di guardarlo in volto senza timore e senza riserve, per trovare sempre nuove rassicuranti conferme.  E quando il papà si dimostra attento nelle scelte, gran lavoratore, legato alla famiglia in modo concreto e vitale, il risultato non può che essere la continuazione dell’attività paterna e, se possibile, il miglioramento della stessa.

Quindi, se la vera spinta propulsiva all’attività della Famiglia Seri, dapprincipio, venne da Dario, a proseguire sullo slancio imprenditoriale ci fu Florio che ebbe nella sua vita grandi capacità a livello lavorativo e brillava di una intelligenza non comune, così come non comune era la nutrita  generosità con cui i Seri si approcciavano al prossimo.

Florio Seri era un giovane talentuoso che non limitava la sua attività a quella imprenditoriale della famiglia ma curava altri interessi che lo portarono in pochi anni a diventare un talent scout di successo nel mondo del calcio giovanile.

A partire dagli anni della ricostruzione e durante il decennio 1950-1960 si verificò un aumento demografico eccezionale; infatti, nel censimento del 1961, l’incremento percentuale della popolazione era secondo solo a quello di Torino. In meno di vent’anni, dal 1951 al 1971, Pescara raddoppiò il numero degli abitanti – contrariamente alle altre città abruzzesi – e conobbe un “boom” edilizio di grandi proporzioni.

 Il giovane, Florio, attento osservatore delle dinamiche cittadine, intuì che il commercio tradizionale era al centro di una trasformazione globale dalla quale Pescara non era esente.  

Per la riuscita dei progetti è sempre una questione di saper fare le giuste scelte e Florio intuì, con la sua innata perspicacia, quali fossero i  luoghi dove poi far realizzare altre strutture abitative.

Bisogna riconoscere la genialità che portò Florio a scegliere dei punti della città che, al momento sembravano periferici, ma che in breve, data la grande spinta dello sviluppo edilizio degli anni Sessanta in cui Pescara era seconda solo a Torino per la crescita delle unità abitative, sarebbero diventate zone nevralgiche ancor più nei giorni d’oggi che sono diventati punti strategici che catturano  la maggiore attenzione dalla realtà immobiliare… come via Solferino (lato mare)… prima parte dei Gesuiti… e così via. 

E così dagli anni Sessanta, quelle tre aperture sul davanti della struttura, furono adibiti a negozi  quando le esigenze del mercato, proprio su via Firenze, che andava conquistandosi il posto di zona principe del commercio, richiedeva sempre più locali commerciali.  

Da quel giorno, ai numeri civici 229 – 231- 233 si ebbe, per merito della Famiglia Seri, la concreta possibilità di avviare le nuove attività commerciali. 

Il recente censimento ci dice che nell'area centrale sono attive molte attività economiche, che fanno di Pescara una delle piazze commerciali più dinamiche del Centro Italia.

Lo dicono anche i numeri delle associazioni di categoria.

Quindi le scelte operate da Florio Seri furono azzeccatissime, ma non frutto di agenti fortunosi, sebbene   di una intuizione derivatagli dagli anni di esperienza vissuti con Dario.

Il mercato si evolve e subisce un impatto negativo dai primi anni Duemila.

In un periodo critico per l’economia italiana si registra un vero proprio calo dei punti vendita presenti nei centri storici. Questo fenomeno viene chiamato “rischio di desertificazione” che porta all’abbassamento delle serrande e alle vetrine vuote. 

I dati affermano che in dieci anni sono spariti a Pescara alcune centinaia di negozi. Molti si sono trasformati in garage, come in via Ravenna, che vengono venduti a prezzi altissimi data la quasi totale assenza di parcheggi cittadini. 

Alla crisi profonda dei negozi si sta rispondendo innovando il modello del centro commerciale naturale e in questa operazione di rafforzamento dei locali da adibire ad attività commerciali, si sono attivati i fratelli Seri che mal sopportavano, da pescaresi autentici, l’impoverimento dei negozi soprattutto in centro.  

“La mia vetrina via Firenze 229 Pescara” è proprio uno squillo di tromba di risveglio indirizzato alla città… e a coloro che desiderano essere presenti con i loro prodotti per un periodo limitato che saranno  “ alleggeriti” dalle spese costanti di una locazione “sei più sei”ma con la facoltà di poter scegliere periodi settimanali in qualsiasi momento dell’anno,periodi questi, calendarizzati in anticipo.

  Questa possibilità di essere presenti su Via Firenze a Pescara offre,tra l’altro. agli interessati  una  visibilità  notevole  in quella che è tra le vie più importanti della città, realizzando così il proprio   “Temporary store” o “Temporary shop”.

Quando si parla di temporary store ci si riferisce quindi a un negozio temporaneo, ovvero un negozio che rimane in funzione per un periodo limitato e ben definito di tempo.

Ogni inquilino – precisano i proprietari- in una settimana diventerà protagonista di una storia nuova e soprattutto avrà la possibilità di albergare per il periodo contrattuale di una settimana appunto, proprio nel bel mezzo della città, in una delle tre vie come via Nicola Fabrizi e Corso Vittorio Emanuele che attraversano il centro da nord a sud e che va in via parallela, restando nel mezzo dotata di una splendida isola pedonale molto frequentata. 

Con questa realizzazione i fratelli Seri, danno la possibilità a un ventaglio di imprenditori di proporre le loro eccellenze commerciali, ognuno secondo le proprie necessità, che  potranno alternarsi o anche “ritornare”ad esporre la propria realtà per periodi precisati, con la possibilità del massimo risultato in una  “location” che è di assoluto prestigio.

 

Queste “vetrine” come “La mia Vetrina  via Firenze 229” – dicono i fratelli Seri   - rappresentano un'opportunità per farsi conoscere o riconoscere e stimolare la vendita nel negozio temporaneo fisico.

Non c’è alcun dubbio, questa iniziativa dei fratelli Seri, oltre a favorire la rinascita di tante attività è una vera promozione commerciale destinata a rivitalizzare il centro cittadino. 

 

 

Gianni Lussoso

Ufficio Stampa

Antonio De Cristofaro
 Insegnante (Leggi tutti i comunicati)

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