Intervista ad Andrea Cisternino, componente di “Partiamo da qu” di Roma sul PNRR: Opportunità e Ritardi nel Piano di Ripresa dell’Italia
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Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta una delle più grandi opportunità per l’Italia, grazie ai fondi europei del Next Generation EU. Tuttavia, nonostante le ingenti risorse stanziate, il paese sta affrontando numerosi ritardi nella sua attuazione. Ne parliamo con Andrea Cisternino, componente del Movimento Politico “Partiamo da qu” di Roma.
Dott. Cisternino, cos’è il PNRR e quando nasce?
«Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è il programma con cui l’Italia utilizza i fondi europei del Next Generation EU (NGEU), il più grande pacchetto di finanziamenti mai stanziato dall’Unione Europea per sostenere la ripresa economica post-Covid. Approvato nel 2021, il piano assegna all’Italia 191,5 miliardi di euro, suddivisi in 69 miliardi di sovvenzioni e 122 miliardi di prestiti a tassi agevolati. A questi si aggiungono altri fondi complementari, portando il totale a circa 222 miliardi di euro. L’obiettivo principale è rilanciare l’economia italiana attraverso riforme strutturali e investimenti in sei aree strategiche: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione e coesione, salute. Il termine ultimo per l’utilizzo dei fondi è fissato al 2026, ma a oggi emergono gravi ritardi nell’implementazione del piano».
Qual è lo stato attuale del PNRR?
«Nonostante le ambizioni del PNRR, l’Italia sta affrontando notevoli difficoltà nell’attuazione dei progetti finanziati. Secondo i dati aggiornati, solo 57,7 miliardi di euro sono stati effettivamente spesi, ovvero meno del 30% del totale».
Dove si registrano i ritardi più gravi?
«Il problema non è solo nella spesa, ma nella lentezza della burocrazia e nella difficoltà di realizzazione dei progetti, in particolare nei seguenti settori: infrastrutture e trasporti: molte opere strategiche, come il potenziamento della rete ferroviaria e la mobilità sostenibile, sono ferme a causa di ritardi nella progettazione e negli appalti. Efficienza energetica e transizione ecologica: i fondi destinati a energie rinnovabili, edilizia green e contrasto al cambiamento climatico faticano a tradursi in interventi concreti. Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione: l’obiettivo di modernizzare enti pubblici e servizi digitali è ancora lontano, con molte amministrazioni locali incapaci di gestire i bandi e la spesa dei fondi. Sanità e ricerca: il potenziamento della sanità territoriale e la modernizzazione del sistema sanitario hanno registrato un avvio a rilento, specialmente per quanto riguarda la medicina di prossimità».

Quali sono le cause principali di questi ritardi?
«I motivi principali della lentezza nell’attuazione del PNRR sono: una burocrazia complessa e difficoltà amministrative nel gestire i fondi. La mancanza di competenze negli enti locali per accedere e implementare i finanziamenti. L’inflazione e i rincari sui materiali che hanno rallentato la realizzazione di progetti infrastrutturali. Tempi troppo stretti, considerando che l’Italia dovrebbe spendere oltre 100 miliardi di euro nei prossimi due anni per rispettare le scadenze europee».
Cosa rischia l’Italia se non riuscirà a rispettare le scadenze del PNRR?
"Se l’Italia non riuscisse a spendere e rendicontare tutti i fondi entro il 2026, parte delle risorse potrebbe essere persa o ridimensionata. Il governo italiano sta trattando con la Commissione Europea per ottenere una proroga sull’utilizzo dei fondi, ma l’UE è sempre più attenta a garantire che gli Stati membri rispettino le scadenze concordate. Secondo le analisi di Openpolis, il rischio concreto è che si crei una riserva di fondi non utilizzati che potrebbe essere destinata a nuovi progetti, ma solo previa approvazione europea».
Quali sono le prospettive per il futuro del PNRR in Italia?
«Il PNRR rappresenta un’opportunità irripetibile per modernizzare l’Italia, ma i ritardi accumulati rischiano di comprometterne il successo. Se il paese non sarà in grado di semplificare la gestione dei fondi e velocizzare i progetti, si potrebbe assistere a una mancata realizzazione degli obiettivi, con gravi conseguenze sulla crescita e sull’occupazione. I prossimi mesi saranno decisivi: il governo dovrà attuare misure straordinarie per recuperare il tempo perso e garantire che il piano non diventi un’occasione sprecata».
Ufficio Stampa
Valentina Di Salvo
Responsabile Stampa (Leggi tutti i comunicati)
valentinadisalvo@live.it