Ermanna Montanari e Marco Martinelli alla direzione del CICLO DEI CLASSICI del TEATRO OLIMPICO di VICENZA

I fondatori del Teatro delle Albe succedono alla direzione artistica di Giancarlo Marinelli, per la 77esima e 78esima edizione del Festival di Teatro Internazionale
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Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

 


 Ermanna Montanari
 e Marco Martinelli sono stati nominati alla direzione artistica del Ciclo di Spettacoli Classici del Teatro Olimpico di Vicenza per il prossimo biennio, la 77esima e 78esima edizione del prestigioso festival di teatro internazionale.

 Gli  artisti fondatori del Teatro delle Albe succedono alla quinta direzione artistica di Giancarlo Marinelli, scrittore, autore teatrale e regista, con una nomina - proveniente dal Comune di Vicenza in collaborazione con l’Accademia Olimpica e la Biblioteca Bertoliana, con l'organizzazione della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e il coordinamento artistico de La Piccionaia Centro di produzione teatrale - che si converte fin da subito nel segno di un "farsi coro" come radice fondante del teatro e come gesto insieme e inscindibilmente politico ed estetico.
 
«Il nostro sì alla chiamata per l’Olimpico di Vicenza è un sì affettivo, un sì denso di ricordi, tra cui, Rosvita, il concerto che lì abbiamo allestito nel 2010», commentano i due pluripremiati direttori artistici, coppia d’arte e di vita, capostipiti di un’intera comunità artistica le Albe/Ravenna Teatro. «Il rimbombo da cui si è risucchiati ogni volta che si sosta all’Olimpico, fa risuonare la potenza cosmica del suono in cui siamo immersi da sempre, esalta l'irriducibilità della voce umana. L’immagine guida per questo biennio 2024-2025 sarà quella del "coro", inteso come radice fondante del teatro: nella parola "coro" i greci vedevano lo stretto intarsio tra parola, musica e danza, un'alchimia che rivela ancora oggi tutta la sua necessità ardente, moltiplicandosi nel nodo vita-scena del nostro contemporaneo agire. Al tempo stesso il coro è, fin dalle origini, lo sp
ecchio disvelante della polis: era composto, nell’Atene del V secolo, da migliaia di cittadini che non si limitavano a fare da "spettatori", ma si ponevano quali interlocutori-artefici, misurandosi sulla scena insieme agli artisti dell’epoca, da Eschilo ad Aristofane. In questo senso il coro è sempre un gesto "politico", oltre che poetico. Esso può assumere oggi le forme di una gioiosa "chiamata pubblica", dove mescolare arte e vita, artisti e cittadini di varie generazioni per infuocarne lo sfuggente meccanismo prismatico».
 
Il programma del 77° Ciclo dei Classici, che si svilupperà nei mesi di settembre e ottobre, sarà presentato in primavera.

 

Ufficio Stampa

Giancarlo Garoia
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