La nuova mostra ‘Oronero’ all’Area 68 di Terni: “Il maestro Igor Borozan gioca con i contrasti cromatici e affascina il pubblico”
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Non si tratta di una retrospettiva canonica, ma di una miscellanea di opere, un racconto frammentario eppure estremamente coerente che rivela l'evoluzione stilistica e la ricchezza creativa dell'artista.
Borozan stupisce nuovamente: questa volta non si tratta di grandi tele imponenti, ma di una collezione di opere di piccole dimensioni, preziosi tasselli che compongono l’affascinante mosaico della vita e dell’anima inquieta dell’artista.
Ogni opera è un piccolo frame, un'istantanea che cattura un momento, un'emozione, un pensiero, nell’impetuoso ed inarrestabile fluire della vita. Non si tratta di una retrospettiva canonica, ma di una miscellanea di opere, un racconto frammentario eppure estremamente coerente, che rivela l'evoluzione stilistica e la ricchezza creativa dell'artista. Ogni piccolo dipinto è un tassello di un puzzle più ampio che, nella sua apparente semplicità, svela tutta la sua carica ipnotica.
“Il colore non è mai un elemento statico, ma un'entità dinamica ed in continua evoluzione”, spiega Igor Borozan. “La sua essenza si rivela nell'interazione con la luce, che ne esalta la vibrazione e ne evidenzia le molteplici sfaccettature. Non si tratta solo di una semplice combinazione di pigmenti, ma di un processo di trasmutazione, quell’essenza sottile che permea il mondo visibile e invisibile, trasformandoci ed offrendoci l’opportunità di guardare con occhi nuovi”.
Borozan utilizza una tavolozza audace, giocando su contrasti cromatici potenti tra l’oro brillante, il nero profondo e il rosso intenso. È una ‘mescla alchemica’ che si diffonde nello spazio circostante, creando un'atmosfera densa e suggestiva che cattura l’attenzione dell’osservatore.
La delicatezza e la minuzia dei dettagli invitano lo spettatore ad un'osservazione ancor più attenta e ravvicinata; ogni pennellata, ogni sfumatura, creano un'attrattiva sorprendente verso quella danza di luci e ombre, l’essenza profonda della vita stessa.
https://www.instagram.com/igor_bozaborozan/
Ufficio Stampa
Katia Pangrazi
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