"Marat/Sade: Le due rivoluzioni" di Nerval Teatro a Ravenna Festival in prima assoluta

Con la regia di Maurizio Lupinelli. 29 giugno 2023, ore 21:00, Teatro Alighieri
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Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

 

Nerval Teatro

Marat/Sade: Le due rivoluzioni

Liberamente ispirato a Marat/Sade. La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat di Peter Wei

ideazione Maurizio Lupinelli e Elisa Pol
regia Maurizio Lupinelli
testo Eugenio Sideri
aiuto regia Elisa Pol

costumi Vania Marsura
direzione organizzativa Ilenia Carrone
direzione tecnica Mirto Baliani
organizzazione e logistica Eleonora Cavallo

con Marco Cavalcoli, Davide Falbo, Carlo Garavini, Maurizio Lupinelli, Elisa Pol, Miriam Russo
con le attrici e gli attori del Laboratorio Permanente Il teatro è Differenza di Ravenna
e con i partecipanti della non-scuola del Teatro delle Albe

Produzione Ravenna Festival e Nerval Teatro
con il sostegno di MIC – Ministero della Cultura, Comune di Ravenna/Assessorato alle Politiche Sociali, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Otto per Mille della Chiesa Valdese, Romagna Acque – Società delle Fonti S.p.A, La Ruota Magica ODV
con il contributo delle donatrici e donatori della raccolta fondi “A ciascuno la sua parte” promosso da IdeaGinger
in collaborazione con Ravenna Teatro e le Cooperative Sociali La Pieve, San Vitale, Selenia di Ravenna
un ringraziamento speciale a James M. Arevalos e Maria Chiara Grotto

prima assoluta

È all’interno del manicomio di Charenton, dove è rinchiuso durante l’epoca napoleonica, che il Marchese de Sade decide di allestire una rappresentazione teatrale sull’assassinio di Jean Paul Marat assieme ai pazienti detenuti: un gesto rivoluzionario e poetico. Come questo spettacolo, cui prendono parte una cinquantina di presenze, tra cui le attrici e gli attori diversamente abili del Laboratorio Permanente Il Teatro è Differenza di Ravenna, per dare vita a uno spazio scenico veramente democratico, dove i corpi possano mostrarci la ferocia del gesto e nello stesso tempo la sua disarmante bellezza. Una festa dionisiaca, una catarsi, una collettività che si fa teatro, in un ribaltamento continuo tra potere e libertà, tra ferocia e grottesco, mettendo in cortocircuito il binomio malattia e reclusione, detenzione e libertà.

Ufficio Stampa
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