“Caridad. Un’approssimazione alla pena di morte divisa in 9 capitoli”. Regia di Angélica Liddell. Arena del Sole, Bologna, unica data italiana

In scena la pena di morte diventa un rito votivo e la ghigliottina il suo altare, là dove il carnefice si fa vittima sacrificale nel cammino verso la Carità
Comunicato Precedente

next
Comunicato Successivo

next
Forlì, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

A Bologna, Arena del Sole, in eslusiva nazionale, la nuova creazione della performer spagnola ANGELICA LIDDELL “Caridad. Un’approssimazione alla pena di morte divisa in 9 capitoli,”.

 L’ultima opera dell' artista, regista e performer spagnola Angélica Liddell: un'opera affascinante ed inquietante, di grande potenza estetica, dolce ed estrema nello stesso tempo, per la concezione creativa ed i riferimenti.


 Caridad, nei suoi 9 "capitoli", chiama direttamente in causa i testi sacri, dall'Antico Testamento, che ha sempre ritenuto il sangue come un segno sacro della vita, al Salmo 23 di Davide "Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce....",  al Vangelo di Matteo (“Beati i perseguitati a causa di giustizia”).

 Ma a noi riporta alla mente anche tanta grande letteratura e poesia, da "Furore" di John Steinbeck, fino a "Nella mia ora di libertà" di Fabrizio De André “Qual è il crimine giusto / per non passare da criminali?"

 Il Vangelo di Matteo, dunque, là dove parla del perdono: un atto di natura divina, il cuore del cristianesimo che predica la legge della carità e annuncia che Dio è amore.

Per molti uomini, però, perdonare è difficile:

“Ma quel servo usci e trovò un altro servo, suo compagno, che gli doveva cento dinari; lo afferrò e lo soffocava dicendo: restituiscimi quanto devi” (Matteo 18, 23-35).

"Il Cristianesimo continua a essere uno dei movimenti più moderni e trasgressivi per la quantità di perdono e carità che ci costringe a sopportare di fronte al criminale.  Perdono e Carità, dice Matteo sono più importanti del monito “non ucciderai”, è più importate del comandamento “non ruberai”. Il perdono e la carità implicano l’accettazione totale della natura umana, che include la malvagità, che non è altro che una grande concentrazione di sofferenza" (Angélica Liddell).

Ma l'artista va oltre, togliendo ogni certezza al senso comune di moralità e di giustizia e arrivando a parificare l’arte e il crimine perché figli di quella stessa matrice di libertà che è l’irrazionale, l’impotenza della ragione:

"La vera carità non può essere immorale, poiché redime il ladro, lo stupratore e l’assassino. Il suo latte non nutre i bambini, ma i vecchi. La carità è la più conflittuale delle virtù teologali. La carità, infatti, ci pone dinanzi a un conflitto morale: amare oltre la legge. Amare il criminale. Proprio come l’arte, la Carità è capace di commuoversi fino al punto da farci deporre la legge. Dall’altro lato, la Carità cristiana si veste dei raggi dell’amore assoluto: la promessa dell’Eden. “In verità ti dico: oggi sarai con me in paradiso” dice Gesù al ladrone sulla croce. Non esiste canto più bello sulla Carità della Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi. Il cristianesimo si fonda su questa epistola"(Angélica Liddell).

Un cammino duro e potente quello di "Caridad", per arrivare a scoprire, attraverso vendetta, crimine e peccato, il significato di carità e perdono.

In scena il crimine e il male, in quello che per Liddell è lo “spazio del riconoscimento"  del carnefice e della punizione:

"Per purificarci non necessitiamo di una vittima ma di un assassino. Non ci purifica la morte degli appestati, ma la morte o il bando di colui che ha causato la peste, come Edipo. In questa maniera quello che ci purifica non è la vittima ma il criminale"

Così la pena di morte diventa un rito votivo e la ghigliottina il suo altare, dove il carnefice si fa vittima sacrificale nel cammino verso la Carità:

"Come faremo quando nessuno morirà per noi, quando l’idea di sacrificio sarà scomparso dalle sentenze e ci rimarrà solo l’idea di condanna, di castigo e di sete. Basta al popolo la condanna perpetua per ottenere la sua purificazione?"(Angélica Liddell).

 L'opera è accompagnata da un insieme musicale che spazia dal Miserere di Allegri, Palestrina, Marcelli alla Missa Luba (Medley), al Kyrie (di Enrique Morente) e a Coppèlia (Tableau 1) ma che attraversa anche "Cold Ground" di Yasuharu Takanashi &Yaiba, "Le Temps de L'amour"di Francoise Hardy, "Angelic Realm" di Weston Brown, "Sealed With a Kiss"di Bobby Vinton, "Yo Que No Vivo Sin Ti" di Tony Dallara, "This Year's Love" di David Gray e "Andromede" di Jonathan Fitoussiu.

 

CARIDAD. UN’APPROSSIMAZIONE ALLA PENA DI MORTE DIVISA IN 9 CAPITOLI

testo, scene, costumi e regia Angélica Liddell

con David Abad, Yuri Ananiev, Federico Benvenuto, Nicolas Chevallier, Guillaume Costanza, Angélica Liddell, Borja López, Sindo Puche

coro di laringectomizzati SHOUT AT CANCER Guy Vandaele, Frank Meeus e Andrew Pett
scherma paralimpica Alex Prior (Campione di Spagna in modalità sciabola) e Ayem Oskoz
luci La Cía de la Luz (Pablo R. Seoane)
paesaggio sonoro Antonio Navarro
realizzazione scene Readest Montajes, S.L.
realizzazione oggetti di scena Francisco García-Calvo Rodríguez
direttore di produzione Gumersindo Puche
traduzione sovratitoli in italiano Silvia Lavina
produzione Iaquinandi S.L, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Festival Temporada Alta Girona, CDN Orleans Centre Val de Loire, Teatros del Canal Madrid
in collaborazione con Aldo Miguel Grompone, Roma
Angélica Liddell è artista associata del CDN Orleans Centro Val de Loire.

 

Ufficio Stampa
Allegati
Slide ShowSlide Show
Non disponibili