Arte e Cultura
Un gala con raffinati interpreti del repertorio verdiano chiude "Una Trilogia secondo Riccardo Muti all'Alighieri di Ravenna
"Cambiare, rinnovarsi, sperimentare; sempre in nome della qualità artistica e di un incontro immediato con il pubblico più eterogeneo" : questo è lo spirito della Trilogia di Ravenna Festival, dalle produzioni concepite come scatole sceniche che mutano sera dopo sera all’incontro fra linguaggi ed epoche più diversi, intrecciando teatro e musica, danza e poesia, tradizione e tecnologia.
E ora, ecco un altro spunto innovativo: il palcoscenico si spoglia per lasciare spazio alla musica e al canto, alla nuda interpretazione rivestita appena del gesto cromatico ed evocativo di un giovane visual artist.
Alla ricerca di nuove soluzioni sceniche capaci di restituire l’opera “in purezza”: con la piena adesione al dettato compositivo – che Riccardo Muti, ancora una volta sul podio della sua giovane orchestra, distilla indagando nelle pieghe della partitura; e al tempo stesso di esaltarne le atmosfere e gli stati d’animo più riposti. Verso una nuova scena, lontana dall’agire convenzionale del palcoscenico, ma anche dalla dimensione asettica del concerto; scevra da ogni intento didascalico, eppure calata nel cuore drammaturgico del testo musicale. Il testo infallibile dell’opera italiana: il lirismo tragico e lunare del capolavoro di Bellini e l’eroico anelito alla libertà che innerva Nabucco, così come il fremito espressivo che attraversa ogni singola pagina di Verdi.
Al Teatro Alighieri, dal 16 al 22 dicembre, Una Trilogia secondo Riccardo Muti, un trittico iniziato con la Norma di Bellini (16, 19 dicembre) e d il Nabucco di Verdi (17, 20 dicembre) – i due titoli presentati in forma semi-scenica – e che si chiuderà un GALA con raffinati interpreti del repertorio verdiano ( venerdì 22 dicembre).
Alla guida dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e del Coro del Teatro Municipale di Piacenza, preparato da Corrado Casati, Muti restituisce l’opera in purezza, distillandone atmosfere e stati d’animo su un palcoscenico che si spoglia per lasciare spazio alla nuda interpretazione, rivestita appena del gesto cromatico ed evocativo del giovane visual artist Svccy.
Per il gala verdiano – sinfonie, cori e arie da La forza del destino, Macbeth, Otello, Il Trovatore, Simon Boccanegra, I Vespri siciliani, Don Carlo… – calcano il palcoscenico Ildar Abdrazakov, Elisa Balbo, Isabel De Paoli, Rosa Feola, Juliana Grigoryan, Vittoria Magnarello, Luca Micheletti, Piero Pretti, Riccardo Rados. La Trilogia d’Autunno 2023 è realizzata con il sostegno del Comune di Ravenna, della Regione Emilia-Romagna e del Ministero della Cultura, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna; Eni è partner principale di Ravenna Festival.
Trilogia d’Autunno: una trilogia secondo Riccardo Muti
Gala Verdiano
direttore Riccardo Muti
con Ildar Abdrazakov, Elisa Balbo, Isabel De Paoli, Rosa Feola, Juliana Grigoryan, Vittoria Magnarello,
Luca Micheletti, Riccardo Rados, Giovanni Sebastiano Sala
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro Corrado Casati
maestro di sala Davide Cavalli
Programma
I parte
da La forza del destino
Sinfonia
da Simon Boccanegra
“A te l’estremo addio… Il lacerato spirito”
Ildar Abdrazakov (e coro)
da La forza del destino
“Pace, pace mio Dio”
Juliana Grigoryan
da Il trovatore
“Ah, si, ben mio”
Giovanni Sebastiano Sala
“Timor di me?… D’amor sull’ali rosee”
Rosa Feola
da Macbeth
“Perfidi! All’anglo contro me v’unite!… Pietà, rispetto, onore”
Luca Micheletti
da La forza del destino
“Il santo nome di Dio… La Vergine degli angeli”
Ildar Abdrazakov, Juliana Grigoryan, coro
II parte
da Macbeth
“O figli, o figli miei!… Ah, la paterna mano”
Giovanni Sebastiano Sala
da Il trovatore
“Stride la vampa”
Isabel De Paoli
da Otello
“Ave Maria”
Elisa Balbo
da Don Carlo
“Ella giammai m’amò”
Ildar Abdrazakov
da I Vespri siciliani
“Arrigo! Ah parli a un core”
Rosa Feola
da Otello
“Vanne; la tua meta già vedo… Credo in un Dio crudel”
Luca Micheletti
da Macbeth
Finale atto primo “Di destarlo per tempo il re m’impose”
Giovanni Sebastiano Sala, IldarAbdrazakov, Luca Micheletti, Elisa Balbo, Riccardo Rados, Vittoria Magnarello, coro.