Teatri di Bari/Kismet BARABBA di Antonio Tarantino al Piccolo di Forlì, Mercoledì 13 Marzo 2024, ore 21

Con Michele Schiano Di Cola. Regia Teresa Ludovico. Al Rasi di Ravenna, Giovedì 14 Marzo, ore 21
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

sucessivo
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

 

Accademia Perduta/Romagna Teatri porta nei teatri di Meldola, Forlì e Ravenna BARABBA di Teatri di Bari/Kismet, opera composta nel 2010 da Antonio Tarantino e pubblicata nel 2021 dalla casa editrice Cue press.

 La regia è di Teresa Ludovico e, come per le opere precedenti, la mise en espace e le luci sono affidate a Vincent Longuemare che da tempo collabora  per gli allestimenti prodotti da Teatri di Bari.

Il lavoro della Compagnia pugliese, come ci ha detto la regista Teresa Ludovico, è una continua ricerca, da oltre due anni ad oggi,   sul lavoro di Andrea Tarantino, sulla sua opera essenzialmente in versi, in una lingua impietosa senza più privilegi di rango, dove si mescolano commedia e tragedia, il personaggio di Barabba incarna un teatro di emozioni in cui oscillano, come maschere appese a un filo, il nostro bisogno di salvezza, la nostalgia rabbiosa di un fondamento, di un’origine”.

L’opera, infatti, fa parte di un ciclo che da tempo la regista Teresa Ludovico ha voluto dedicare al lavoro del compianto Antonio Trantino, del quale scrive:
“Nel 1982 ho visto lo spettacolo “Stabat Mater” di Antonio Tarantino, interpretato da Piera Degli Esposti, e sono rimasta folgorata da quel potente flusso di parole fatte di carne. Una scrittura magistrale che mi affascinava e mi intimoriva. Quando, qualche anno fa, Marco Martinelli ci propose uno studio per la messa in scena de “La casa di Ramallah”, ebbi un tuffo al cuore: ero eccitata dalla proposta e impaurita dalla verbosità della scrittura. Allora ho avvicinato il testo lentamente, cercando di assorbirlo ritmicamente e quando mi sono lasciata andare tutto è stato più semplice. Lo stesso è accaduto poi nella preparazione di “Namur”, “Cara Medea” e “Piccola Antigone”. Questi personaggi, spesso portatori di mitiche ferite, chiedono all’attore di essere incarnati così come si presentano: nudi e crudi, senza nessun giudizio. Frequentando negli anni il Maestro ho compreso la sua necessità di scorticare le belle parole per trovare la voce, magari rauca, di quella umanità che ha paura dell’altro, che si sente continuamente minacciata e che vive di doppiezza. Le storie di Tarantino si svolgono in interni, in spazi chiusi, ma sono sempre il riflesso del fuori e della Storia. Con leggerezza e ironia riesce a coinvolgere lo spettatore in temi di grande impegno sociale. Un teatro politico ?!”

In una scenografia formata da un intrico di armatura e di scale Michele Schiano di Cola è Barabba,nudo, incarcerato, che spia, da dentro, il momento cruciale per se stesso e per l’umanità: la fatidica decisione della salvezza tra lui e Gesù. la cui Passione immaginiamo in parallelo.                                                                                        

Una opera potente ed umanissima, ambientata in una degradata Palestina che diventa luogo geografico di una malavitosa e odierna Gomorra, con Barabba che, mentre scaglia una lunga invettiva contro il potere (del tempo e di oggi) mosra anche la sua ricerca della verità di essere umano, la ricerca inarrestabile di un Segno..

 E il Segno arriva, perchè "c'è una breccia in ogni cosa ed è da lì che entra la luce" (Leonard Cohen) e Barabba si chiude con "Anthem" (Inno), la  la poesia musicale  di Leonard Cohen
"Gli uccellini cinguettano
al sorgere del giorno
comincia di nuovo
li ho sentiti dire
non soffermarti troppo
su quello che è stato
o su quello che ancora dev'essere.

Ah, le guerre saranno
combattute ancora una volta
la sacra colomba
sarà catturata nuovamente
comprata e venduta
e comprata di nuovo
la colomba non è mai libera

Suona le campane che ancora possono suonare
Dimentica la tua offerta perfetta
c'è una breccia in ogni cosa
ed è da lì che entra la luce

Abbiamo chiesto dei segni
e i segni furono inviati:
la nascita tradita
il matrimonio consumato
Sì, la vedovanza
di ogni governo
segni evidenti a chiunque

Non riesco più a correre
tra questa folla senza legge
mentre gli asssassini lassù in alto
gridano le loro preghiere
Ma hanno convocato, hanno convocato
una nube minacciosa
e avranno mie nuove

Suona le campane che ancora possono suonare
Dimentica la tua offerta perfetta
c'è una breccia in ogni cosa
ed è da lì che entra la luce"...

 RESTIAMO UMANI, il grido di umanità abbracciato da Teresa Ludovico a fine spettacolo.

 

BARABBA

di Antonio Tarantino –

regia di Teresa Ludovico –

spazio scenico e luci  di Vincent Longuemare –

con Michele Schiano di Cola –

cura della produzione Sabrina Cocco –

assistente alla regia Domenico Indiveri –

produzione Teatri di Bari

Ufficio Stampa