Comunicati Stampa
Arte e Cultura

Templari a Otranto e Gaeta

Sabato 23 aprile 2011 presentazone de "I Templari in Terra d'Otranto" di Salvatore Fiori e "Simboli dei Cavalieri Templari nel Golfo di Gaeta" di Maria Moschella.
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) Sabato 23 aprile 2011 con inzio alle ore 17,00, presso lo Spazio Eventi della Libreria Feltrinelli di Via Manzoni, 12 a Milano, Italia Medievale è lieta di invitarvi alla presentazione di "I Templari in Terra d'Otranto" di Salvatore Fiori e "Simboli dei Cavalieri Templari nel Golfo di Gaeta" di Maria Moschella. Intervengono gli autori. Ingresso libero.
L’architetto Salvatore Fiori, salentino per parte materna, ma nato in Piemonte dove abita, ha effettuato interessanti ricognizioni nel Basso Salento e, dopo avere interpellato documenti d’archivio, laici e religiosi, consultato antiche mappe della regione, esaminato carte moderne dell’Istituto Geografico Militare e compiuto sopralluoghi in vaste zone di notevole interesse storico e paesaggistico per la presenza di dolmen e di menhir attestanti la continuità della vita in quelle contrade, è riuscito a realizzare nuove e straordinarie scoperte.
Oggi, a circa settecento anni dalla fine dell’Ordine del Tempio, si contano in Italia circa duecento insediamenti templari, soprattutto in Terra d’Otranto, in quell’estremo lembo di Puglia così ricco di affascinanti ed incomparabili bellezze naturali che, fin dalla preistoria fu crogiolo e crocevia di etnie diverse e, successivamente, luogo d’incontro tra due grandi civiltà: la greca e la romana; quindi, nel Medioevo fu punto di collegamento con la Terrasanta.
Nel suo libro, recentemente pubblicato dalle edizioni Federico Capone: I Templari in Terra d’Otranto, l’architetto Salvatore Fiori, ha effettuato interessanti ricerche nel Basso Salento, riuscendo a realizzare nuove e straordinarie scoperte, dopo aver interpellato documenti d’archivio, consultato antiche mappe del territorio, esaminato moderne carte dell’Istituto Geografico Militare e compiuto sopralluoghi in vaste zone di interesse storico e paesaggistico. Tuttavia il grande merito di Salvatore Fiori consiste nell’avere preso in esame il documento del 25 marzo 1308, pubblicato dallo storico tedesco Hans Prutz, che gli ha consentito di individuare le quindici proprietà fondiarie dipendenti dalla precettoria di Santa Maria del Tempio di Lecce.
Questo libro rappresenta un interessante viaggio nel Medioevo: è l’emozionante avventura di penetrare nel mistero di una chiesetta templare, anche se fatiscente per la sua vetustà ed il lungo abbandono, o di imbattersi casualmente in un’antica masseria dai muri sbrecciati, ma ancora saldi e dagli splendidi archi ogivali che contrastano con l’eternit delle attuali tettoie, rivelando un’epoca eroica ormai lontana e perduta.
Con l’ausilio di fotografie, mappe e disegni originali, questo volume fornisce anche considerazioni di carattere generale che inquadrano l’ambiente sociale del territorio nei primi anni del Trecento, fra cui l’aspetto delle zone agricole e il tenore di vita della precettoria templare leccese, nonché il suo potenziale economico e strategico. Un contributo di sicuro interesse per approfondire il ruolo storico di questo famoso Ordine, soppresso nel 1312 perché accusato ingiustamente di pratiche eretiche. Salvatore Fiori salentino per parte materna, ma nato in provincia di Novara dove vive e lavora, si è laureato in architettura al Politecnico di Milano con una tesi in Storia dell’Architettura Medioevale. Ha curato il restauro di alcuni antichi edifici, collaborando con università italiane e soprintendenze archeologiche fra cui quella del Piemonte, per la quale ha redatto innumerevoli schede di vincolo monumentale. Ha insegnato per trent’anni presso il Liceo Artistico di Brera a Milano. Appassionato di architettura medioevale e di templarismo, ha presentato numerosi studi editi negli Atti dei Convegni della L.A.R.T.I. (Libera Associazione Ricercatori Templari Italiani). Ha pubblicato inoltre il libro Il torchio a peso detto alla latina (2006).
Quello di Maria Moschela è un gradevole volumetto di taglio sostanzialmente divulgativo, in cui vengono esaminati simbolismi rilevabili in determinati edifici, che, a detta dell'autrice, consentirebbero di formulare l'ipotesi di una presenza templare nel territorio, al momento però priva dei necessari riscontri documentali.
Due libri, due autori, un tema di sicuro interesse per un appuntamento assolutamente imperdibile.
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