LAMARTE all’HILTON ROME EUR LA LAMA “Collateral Display” di Valerio D’Angelo
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Nuovo appuntamento con LamArte, il progetto dedicato all’arte che prende vita nelle aree dell’Hilton Rome Eur La Lama, dalla monumentale hall al bar The Blade fino alla Library: protagonista della stagione primaverile è l’artista romano Valerio D’Angelo con la mostra “Collateral Display”, aperta al pubblico dal 12 aprile all’8 giugno.
Il progetto, curato da Valentina Ciarallo, esplora le potenzialità fisiche della luce, con opere che si integrano nel contesto architettonico dell’hotel progettato dall’Architetto Massimiliano Fuksas, con interior design a cura di Lorenzo Bellini Atelier.
Arte e design sono, infatti, il leit motiv dell’Hilton Rome Eur La Lama, diventato in poco tempo un punto di riferimento non solo a livello internazionale, ma anche nello stesso quartiere romano dell’EUR, grazie alle sue peculiarità e alle diverse attività che si susseguono.
La mostra “Collateral Display” è pensata appositamente per l’Hilton Rome EUR La Lama: primo impatto d’effetto con la hall, che svetta all’interno per i 16 piani d’altezza dell’hotel e che accoglie una installazione site-specific composta da una serie di pannelli in plexiglass rivestiti di pellicola dicroica, lo stesso materiale utilizzato dalla NASA per le tecnologie spaziali e le visiere degli astronauti. La superficie rivestita vibra di riflessi iridescenti creando un miraggio sospeso, un velo luminoso in costante movimento che reagisce agli spostamenti dello spettatore. Valerio d’Angelo scultore indaga da sempre il legame tra luce naturale e architettura, un interesse nato dai suoi esordi come restauratore di decorazioni barocche, dove la luce modella lo spazio creando effetti scenografici sorprendenti. Lo stesso principio viene reinterpretato nelle linee pure dell’architettura de La Lama: le vetrate, trasparenti finestre che guardano a nuove prospettive, si trasformano in dinamici display su cui il bagliore prende forma e si trasfigura.
All’interno della Library, come in una quadreria, trovano spazio specchi dalle forme e superfici dicroiche diverse. I materiali utilizzati vengono sapientemente lavorati dall’artista tramite arricciature, bruciature e fratture ottenute mediante l’escursione termica caldo-freddo dagli esiti metamorfici imprevedibili. La combinazione di elementi apparentemente contrastanti come la raffinatezza delle dorate cornici seicentesche, recuperate e restaurate dall’artista e la modernità dell’elemento dicroico che muta la natura degli specchi, danno vita ad un originale risultato tra tradizione e presente.
Attraverso le opere di D’Angelo l’immagine specchiata diventa una presenza interrogativa, un ponte verso mondi invisibili e dimensioni inesplorate. L’artista concepisce lo specchio non solo come riflesso del visibile, anche come strumento capace di esplorare la coscienza e mettere a nudo le contraddizioni dell’identità osservando e rivelando frammenti di altre esistenze. Come Narciso e il suo riflesso la realtà si dissolve in una continua e mutevole illusione.
Allegoria della vanitas e della superbia ma anche simbolo di verità in grado di conferire saggezza e conoscenza: lo specchio ha sempre avuto un ruolo centrale nella storia, inteso non solo come strumento di introspezione ma come oggetto magico in grado di vedere ciò che è invisibile all’occhio umano, un portale capace di connetterci ad un mondo alternativo dove le leggi della realtà sono sovvertite come suggerisce lo stesso Lewis Carroll in Alice attraverso lo specchio.

Collateral Display mostra anche alcune colonne realizzate in plexiglass, avvolte e rivestite sempre dallo stesso mutevole materiale dicroico. La luce, riflessa e filtrata attraverso la pellicola, trasforma la proiezione sul soffitto in una tela viva e vibrante. Una scultura in gesso e resina della serie Default Orbit, dalla forma di un meteorite cristallizzato, diventa l’elemento di congiunzione tra il vissuto e il divenire. L’artista si concentra sulla dimensione del tempo, la relazione tra antico e contemporaneo e la scultura, dalla forma arcaica, incarna la stratificazione di un luogo come catalizzatore di memorie passate che scorre e conduce a una continua dilatazione del proprio immaginario.
Valerio D’Angelo è nato a Roma (1993) dove vive e lavora. Si è formato nel campo del restauro, specializzandosi nelle tecniche decorative barocche (doratura e laccatura), presso il laboratorio Nazzareno Fontana Restauri a Roma. Le conoscenze acquisite sono rielaborate e reinterpretate dall’artista mettendo in relazione antico e contemporaneo. Il suo linguaggio, attraverso la sperimentazione materica, prende forma mediante installazioni e sculture. La luce, in costante mutamento nello spazio e nella realtà stessa diviene l’elemento formale e simbolico, fulcro della sua ricerca. Attraverso ambienti immersivi le sue opere trasformano lo spazio e invitano alla riflessione sulla percezione e l’immaginazione.
Ha esposto in luoghi pubblici e privati. Nel 2024 si aggiudica il terzo posto del Talent Prize-Roma. Nel 2022 è tra i finalisti del VII Premio Fregellae dedicato alla piccola scultura promosso dal comune di Ceprano.
Hilton Rome EUR La Lama
L’Hilton Rome Eur La Lama è la struttura avveniristica che si sviluppa su 16 piani per 60 metri di altezza, 130 di lunghezza, 16 di larghezza, con 6 ascensori panoramici, 439 camere e suite tra le quali la suggestiva Presidential che domina dai suoi 2 piani la città di Roma con i suoi confini, il bar The Blade e il ristorante The Green al piano terra, fitness e benessere, 7 sale riunioni nonché un collegamento diretto con La Nuvola. Hilton Rome Eur La Lama è di proprietà della ICARUS S.p.A., che già opera con l’Hilton Rome Airport e l’Hilton Garden Inn Rome Airport.
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