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Sulla pedana tutti i campioni Mangiarotti!

XXI Edizione Premio Internazionale Emilio e Aldo De Martino “Amore per lo sport e per la vita’
, (informazione.it - comunicati stampa - sport) A Milano il 5 maggio l’Associazione Emilio e Aldo De Martino consegnerà un riconoscimento ai componenti della ‘mitica’ famiglia di atleti della scherma che ha all’attivo 35 medaglie iridate e 15 titoli olimpici, con un impegno nello sport altamente etico: Dario (92 anni), Mario (88), Edoardo (89) e Carola (56). Intano, Edoardo, proposto senatore a vita dagli Azzurri d’Italia, dai Benemeriti di Milano, dai Veterani dello Sport, Panathlon e A.M.O.V.A., si allena per andare a Pechino a vedere le Olimpiadi in piena forma.

Fra gli invitati, lunedì, Roberto Formigoni che fu allievo di Dario, oggi 92 anni.
Interverrà anche l’assessore allo Sport e Tempo Libero del Comune di Milano Giovanni Terzi Conduce la serata Bruno Pizzul.
(Circolo della Stampa, Sala Bracco, ore 18.00, cso Venezia 16, Metro S.Babila).

Il Premio Internazionale Emilio De Martino ‘Amore per lo sport e per la vita’, oggi intestato anche al figlio Aldo, è uno degli appuntamenti più sentiti del panorama sportivo e culturale italiano.
Padre e figlio giornalisti, scrittori e uomini di cultura, Emilio e Aldo De Martino sono stati sempre uniti da un comune sentire, l’attenzione alla motivazione interiore che induce qualcuno, “con clamore o in silenzio, professionista o dilettante che sia, ad operare nello sport con ‘amore’, tramite un comportamento verificato nel tempo, non sciupato, come spesso accade, dall’emotività e dalla cruda realtà dell’agonismo inteso come modo di vivere».
Così, infatti, recita l’atto costitutivo del 1988 della omonima Associazione che assegna il Premio (a Bruno Beneck e Adolfo Consolini i primi attestati informalmente nel 1966).
Pertanto, l’iniziativa vuole non solo sottolineare un’impresa sportiva fuori del comune, ma sprattutto mettere in risalto la personalità dell’uomo che l’ha compiuta.
Dal 2008 il riconoscimento è dedicato alle famiglie di sportivi, simbolo di un impegno generazionale nella vita e nello sport e nei relativi valori fondamentali.
Lunedì 5 maggio 08 a Milano (Circolo della stampa ore 18 sala Bracco) il Premio andrà dunque alla famiglia Mangiarotti, in testa Edoardo, 89 anni, un campionissimo, dello sport e della vita, schermidore assurto al gotha dei grandi e dei benemeriti sulle pedane di tutto il mondo. Con lui i fratelli Dario (92 anni) e Mario (88), e la figlia Carola (56).
Conduce la serata Bruno Pizzul. Fra i relatori, oltre ad Andrea Vaccani, presidente dell’Associazione e della giuria, che è coordinata dall’avv Luigi Prisco, l’assessore allo Sport del Comune di Milano Giovanni Terzi e il giornalista Marco Mangiarotti.
Ai Mangiarotti sarà consegnato ‘L’Albero d’Europa’, originale multiplo del maestro Mario Rossello realizzato in esclusiva per l’Associazione.
La scelta di insignire questa famiglia rappresenta anche il modo migliore di ricordare Aldo, che più volte aveva confidato di voler imprimere a chiare lettere nell’albo d’oro del Premio tutti i campioni Mangiarotti, fiero dell’amicizia di Edo.

Dall’’oro’ di Berlino nel ’36 alla sfida di Pechino nel 2008
In Italia se si parla di scherma, il pensiero va a loro, ai Mangiarotti. Una famiglia di campioni che ha scritto la storia di questa disciplina tra medaglie iridate (35) e titoli olimpici (15). Una storia che inizia con Giuseppe, in gara ai Giochi di Londra nel 1908. È lui il fondatore della celebre scuola di spada dove sono cresciute tre generazioni di fuoriclasse, a partire dai tre figli: Dario, il maestro della pedana, insegnante anche di Roberto Formigoni!, a Lecco; Mario, il cardiologo, ed Edoardo, il campione assoluto, l’atleta più ‘medagliato’ della vicenda olimpica, con 6 ori in 5 edizioni, più altri 13 ai Mondiali (l’ultima italiana ‘oro’ a Sydney 2000 nel fioretto a squadre è stata Diana Bianchedi). Una tradizione di successi che si rinnova grazie alla nipote Carola, più volte maglia azzurra, attualmente alla guida del “Circolo della spada Mangiarotti” di Milano: un vivaio di talenti con 400 iscritti e 20 istruttori, con 29 medaglie olimpiche, 47 titoli iridati e 46 campionati italiani all’attivo. A dare lezione c’è ancora Dario, 92 anni, che due volte la settimana prende il treno da Monza per salire in pedana.
Per i Mangiarotti è una grande soddisfazione far crescere i ragazzi nella tecnica, nel carattere e soprattutto nei valori etici.
C’è chi impara a vincere la timidezza, chi a controllare l’aggressività, chi ad accettare le sconfitte. Il tutto combinando divertimento e impegno, regola d’oro della scuola. Trasformare i difetti in pregi, le sventure in sfide, è stata la lezione di nonno Giuseppe, che nella sua carriera di allenatore ha portato alle Olimpiadi 28 allievi, impresa mai riuscita ad altro tecnico.
Una determinazione ereditata da Edo: la sua prima medaglia olimpica, vinta 17enne a Berlino nel ’36, fu subito d’oro. E con un altro ‘oro’ coronò 41enne, la sua carriera a Roma nel 1960.
Ora Edo, 89 anni, superato qualche inciampo fisico, è alle prese con una nuova sfida: andare a Pechino per essere ancora alle Olimpiadi. Racconta: «Tutti i giorni faccio ginnastica e cyclette per guadagnare la forma».

EMILIO E ALDO DE MARTINO, identikit di due grandi giornalisti
Emilio De Martino fu ideatore e primo responsabile della Rubrica Sportiva al Corriere della Sera, direttore della Gazzetta dello Sport e dei più illustri periodici sportivi dell’epoca, quando la tv non c’era ancora (esplose 4 anni prima della sua morte) e commediografo di successo.
Per lui, uno dei più popolari giornalisti italiani, vibrante interprete del gesto agonistico e fantasioso evocatore di immagini a beneficio di un pubblico legato ai grandi avvenimenti appunto solo attraverso giornali e radio, Aldo ha nutrito un rispetto che sapeva di venerazione. Il Premio per lo Sport è nato appunto per onorare Emilio e oggi vuole essere un tributo alla vicenda esemplare di padre e figlio.
Chi ha conosciuto e frequentato Aldo dai tempi giovanili, sa che è materialmente impossibile tracciare o tentare di condensare il suo identikit. Qualunque cosa venga in mente, Aldo sicuramente l’aveva sperimentata o pensata. Per una semplicissima ragione: perché Aldo era un uomo curioso, molto curioso, estremamente curioso, destinato a passare di esperienza in esperienza.
Se lo sport, ovvero l’amore per lo sport, era nel suo DNA, quasi un retaggio naturale, l’avventurarsi sul terreno paterno, avendone condiviso le lezioni, e diventare appassionato giornalista era scontato. Ma non un semplice giornalista: giovanissimo si avventura nel mondo delle agenzie quando le agenzie praticamente non esistevano, passando dai vertici di Agisport e di Sportinformazioni, fondamentali per l’esistenza e il nutrimento delle rubriche sportive dei quotidiani. Poi Aldo è stato fondatore e Direttore della prima pubblicazione del centro universitario sportivo (CUSI) e curatore dal 1965 della partitura dell’Agenda Ina-Sport, prezioso compendio delle vicende sportive, in pratica una sorta di referente di ogni redazione sportiva.
Ed è alla Rai, dove assume la responsabilità prima della redazione sportiva milanese (firmando fra l’altro l’esordio della Domenica Sportiva con la celebre moviola), poi di quella nazionale e infine, per 16 anni, del Centro di produzione milanese che Aldo firma i programmi più famosi, e non solo sportivi!, e seguiti di tutti i tempi della tv italiana. I molteplici interessi portarono Aldo, amante della pittura e amico di celebri artisti, a promuovere iniziative di altissimo spessore, anche come Rettore per trent’anni della rinata Academia degli Inquieti (con una c sola) e per i Rotary.
Come annunciato lo scorso settembre, il patrimonio culturale dei De Martino sta passando alla Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (magnifico rettore il prof. Lorenzo Ornaghi). Dal 2008, in omaggio alla poliedrica attività di Emilio e di Aldo, il Premio “Amore per la Vita e per lo Sport” continua a celebrare i loro successi facendo vivere nella memoria la loro grande umanità e cultura.

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