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CIP Sardegna: i buoni riscontri dal secondo semestre di Agitamus 2019

Ha saputo di come il coinvolgimento sia totale da parte degli interpreti che non si tirano indietro nel momento in cui ci sono da scambiare proficue riflessioni. Specie quando gli allievi dimostrano di sapersi mettere nei panni dei loro nuovi amici – atleti, sviluppando un elevato grado di empatia, parola sacra nel vocabolario di Agitamus.
Cagliari, (informazione.it - comunicati stampa - sport)

SARDEGNA TERRA PARALIMPICA GRAZIE AD AGITAMUS E AI SUOI PERCORSI ACCESSIBILI

 

Un sistema in continuo movimento che non conosce confini. Il segno indelebile di Agitamus si propaga e attende di chiudere definitivamente il cerchio della seconda sessione 2019 che ha mandato in visibilio 26 istituti comprensivi.

Il progetto architettato dallo psicologo dello sport Manolo Cattari, adottato strenuamente dal Comitato Paralimpico isolano grazie alle intuizioni del suo ex presidente Paolo Poddighe, sposato con forte interesse dalla Regione Autonoma della Sardegna, rinforzato dal ruolo propulsivo del MIUR, miete consensi da parte di chi lo sta vivendo in prima persona.

 

TANTE FORZE IN CAMPO, MA PRIMEGGIANO QUELLE FRESCHE

 

Protagonisti, come da copione consolidato, sono gli alunni delle scuole elementari e medie che giocano, ridono, meditano e pianificano interloquendo con gli atleti individuati dalle Federazioni e dagli Enti di Promozione Sportiva. I paralimpici nostrani parlano senza filtri della loro disabilità (fisica, intellettiva, sensoriale), di come si incuneano nella vita di tutti i giorni e mostrano con fierezza le peculiarità della disciplina da loro praticata. Nei dialoghi serrati tra sportivi e discenti un ruolo importantissimo lo rivestono maestri, docenti e soprattutto lo staff di psicologi reclutato dal CIP Sardegna con lo scopo principe di far venire a galla un particolare ed essenziale aspetto.

 

IL RUOLO DEGLI AMMINISTRATORI CIVICI

 

Infatti, la novità che ha caratterizzato il nuovo anno scolastico, è quella di poter incidere all’esterno con relazioni accurate da parte dei bambini su come il loro paese o città sia strutturalmente in grado di offrire alla persona con disabilità una permanenza serena e priva di ostacoli. E alla conclusione dei lavori, esplicata in un convegno ad hoc che coinvolge i rappresentanti della municipalità e i genitori degli studenti, ciascuna scuola sta presentando un segnale che sarà esposto nelle vie urbane, davanti ad inequivocabili esempi di barriere architettoniche.

Tra i cinque moduli proposti in ciascuna classe, molta importanza continua a rivestire quello dedicato alla lezione verticale, dove gli scolari delle medie insegnano a quelli delle elementari i concetti principali assimilati durante i dialoghi e le dimostrazioni sportive con gli atleti paralimpici.

 

LO STATO DEI LAVORI

 

Ormai si vede all’orizzonte lo striscione del traguardo finale. La presidente del CIP Sardegna Cristina Sanna si adopera con l’ausilio della segretaria Mariagrazia Madrigale, per il perfetto allestimento dei tre convegni territoriali di Sassari (4 dicembre 2019), Cagliari (6 dicembre) e Nuoro – Oristano (12 dicembre).

Le coordinatrici territoriali del progetto, Monica Pirina e Oriana Pistidda, fanno sapere che i seminari conclusivi sono terminati a Ploaghe, Decimomannu, San Gavino Monreale, Sassari, Chiaramonti, Uras, Stintino, Porto Torres, Mogoro, Dorgali, Sorgono e Olbia. Entro il mese di novembre sarà il turno di Nuoro, Oliena, Bosa, Calangianus, Santa Teresa di Gallura, Villacidro, Cagliari Randaccio, Cagliari Colombo, Sestu, Oristano, Serramanna, Ollastra Simaxis, Nurri, Santu Lussurgiu.

 

LA SODDISFAZIONE DELL’IDEATORE

 

Intanto Manolo Cattari interagisce con tutti gli istituti: possedere il dono dell’onnipresenza, in questi casi, gli farebbe molto comodo. Ma si fida ciecamente del team di psicologi che lo tiene costantemente aggiornato.

Ha saputo di come il coinvolgimento sia totale da parte degli interpreti che non si tirano indietro nel momento in cui ci sono da scambiare proficue riflessioni. Specie quando gli allievi dimostrano di sapersi mettere nei panni dei loro nuovi amici – atleti, sviluppando un elevato grado di empatia, parola sacra nel vocabolario di Agitamus.

Mettendosi in gioco hanno la possibilità non solo di divertirsi, ma di stimolare i pensieri creativi, studiando alternative e rimedi per rendere meno complicata l’accessibilità alle dotazioni civiche. Questa caleidoscopica infusione di idee spiega perché c’è voglia di proseguire ad oltranza e trovare ulteriori formule per compiere quel livellamento umano che non è più un’utopia.

“I lavori procedono molto bene – relaziona Cattari – ed entro la prossima settimana chiudiamo con tutte le scuole il lavoro delle unità didattiche. Ragazzi e docenti sentono la pressione per l’elaborato finale con i mille pensieri su come rappresentare il concetto di accessibilità. Il team degli psicologi ha lavorato molto bene con i tecnici e i campioni che in lungo e in largo in tutta l’Isola hanno promosso la bellezza dello sport per disabili. Siamo terra paralimpica”.

 

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Ufficio Stampa
GIAMPAOLO PUGGIONI
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