Payback dispositivi medici, Consulta respinge questioni legittimità. Broya de Lucia (PMI Sanità): "Oltre 2.000 aziende condannate al fallimento. Governo convochi tavolo crisi"

Il presidente dell'associazione delle piccole e medie imprese impegnate a rifornire gli ospedali del materiale necessario alla diagnosi ed alle cure: "Normativa, con artifizio, accollerà i debiti pubblici alle aziende private"
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Roma, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

"La Corte Costituzionale (con sentenza n. 140/2024) ha respinto le questioni di legittimità costituzionale, sollevate, a suo tempo, dal Tar del Lazio, sulla normativa relativa al payback dispositivi medici. Questioni che a loro volta erano state sollecitate dalle imprese del settore.

Siamo esterrefatti di fronte ad una decisione del genere, che reputiamo assurda e che legittima, di fatto, una normativa che, con un artifizio, accollerà i debiti pubblici alle aziende private". Lo dichiara, in una nota, Gennaro Broya de Lucia (nella foto), presidente di PMI Sanità, l'associazione nazionale delle piccole e medie imprese impegnate a rifornire gli ospedali del materiale necessario alla diagnosi ed alle cure.

La Consulta, aggiunge Broya de Lucia: "ha definito il payback come un 'contributo di solidarietà' senza però comprendere che con l'applicazione di tale dispositivo migliaia di micro, piccole e medie imprese finiranno sul lastrico con gravi ricadute sul Servizio Sanitario Nazionale stesso". Da qui la richiesta di PMI Sanità al governo "di convocare, in tempi brevi, un tavolo di crisi per l'imminente rischio fallimento per oltre 2.000 aziende italiane con la perdita di circa 200mila posti di lavoro" conclude Broya de Lucia.

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