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230 Studenti bolognesi delle scuole medie e superiori ripensano insieme il futuro del pianeta
Si è conclusa oggi, all’Opificio Golinelli, la prima edizione di “Big Data & Climate Change” School Program, progetto nato dalla collaborazione tra Fondazione Golinelli e Fondazione Carisbo, che ha promosso competenze trasversali e capacità tecniche indispensabili per il futuro sui temi dei big data e del cambiamento climatico. Durante le attività è stato usato l 'approccio STEAM, che favorisce la didattica interdisciplinare e integrata, e stimola negli studenti creatività, spirito critico e la capacità di gestire problemi complessi. Questa prospettiva, dove coesistono sapere scientifico e umanistico, è anche uno strumento di orientamento: ha dato ai giovani partecipanti conoscenze e competenze che li aiuteranno ad approfondire e scegliere consapevolmente i percorsi formativi futuri più adatti ai loro interessi e attitudini.
Allo School Program, partito a novembre 2023, hanno preso parte 230 studenti, provenienti da otto scuole secondarie di I e II grado della Città metropolitana di Bologna. Tre i laboratori svolti, con l’obiettivo di prepararsi a diventare gli innovatori e gli attori chiave del cambiamento.
Gli istituti coinvolti sono stati: I.C. 1 Bologna, IIS Manfredi Tanari, Istituto Comprensivo Centro di Casalecchio di Reno, Liceo Ginnasio Luigi Galvani, Liceo Leonardo Da Vinci, IIS Belluzzi Fioravanti, IC14 “A. Volta” e Ic8 Bologna Scuola secondaria di primo grado Guinizelli.
Nel primo incontro i partecipanti, divisi in gruppi, hanno ragionato sul concetto di clima come sistema complesso e non lineare, caratterizzato da dinamiche causa-effetto peculiari e da non semplificare quando si ragiona su proposte progettuali.
Nel secondo appuntamento il focus si è spostato sui dati, con una riflessione sulla loro narrazione mediatica e le evidenze a proposito del cambiamento climatico. «Gli studenti hanno cercato informazioni non solo sul clima, ma anche su altri fattori come le condizioni economiche e geografiche delle regioni interessate. Hanno lavorato in modo trasversale e da più prospettive, usando competenze di analisi e, allo stesso tempo, interagendo con partecipanti di diversa età e grado scolastico» ha affermato Michela Ciaralli, docente di tecnologie informatiche e sistemi e reti dell’IIS Belluzzi Fioravanti che ha accompagnato i propri alunni all’incontro. «Esperienze così sono molto importanti per le nuove generazioni. In un mondo sempre più interconnesso, dove tutti produciamo e allo stesso tempo prendiamo dati e informazioni, è fondamentale comprendere l’importanza di questo processo. Insegnare ai più giovani come usare gli strumenti a nostra disposizione in modo responsabile e sostenibile potrà portarli a mettere in campo azioni integrate per risolvere problemi locali o globali legati al Climate Change».
Nel terzo laboratorio gli studenti hanno ragionato sui fenomeni che compongono la realtà quotidiana, grazie alle opportunità offerte dalla manipolazione dei dati. A partire da un inquadramento teorico sugli open data, su cosa sono e sulle loro potenzialità, divisi in gruppi di lavoro interclasse, hanno sperimentato in prima persona i dataset disponibili, presentando, al termine dell’esperienza, i risultati raggiunti ai tutor e gli insegnanti. «A scuola, in alcune attività in classe, adottiamo la stesso modo di operare del laboratorio a cui abbiamo partecipato nell’ambito dello School Program. Si tratta di un ottimo approccio soprattutto per le scienze» ha detto Marco Natale, docente di matematica e scienze accompagnatore degli alunni dell’IC14 “A. Volta”. «Con gli studenti intraprendiamo percorsi di analisi di grafici di ogni tipo e cerchiamo di fargli capire quanto sia difficile avere un set di dati come quello presentato durante l'esperienza dello School Program, quanto tempo ci voglia per raccoglierli. Allo stesso tempo, uno strumento all’apparenza difficile come un grafico, una volta compresa la chiave di lettura, può dimostrarsi molto inclusivo, dando a tutti la possibilità di arrivare al nucleo dei concetti».
L’evento conclusivo di oggi ha coinvolto tutti i presenti in una giornata di racconti, testimonianze e dibattito aperta da Francesco Santini (Responsabile Ufficio Attività Istituzionale di Fondazione Carisbo) e Antonio Danieli (Direttore e Vicepresidente di Fondazione Golinelli). È stata inoltre l’occasione per parlare con tre esponenti dell’azienda AUSL di Bologna del legame tra ambiente e salute, un equilibrio che include le relazioni complesse tra l’uomo e gli ecosistemi naturali. Con le testimonianze di Paolo Pandolfi (Dirigente Medico), e Chiara Donadei (Dirigente Biologo Dipartimento Sanità Pubblica), i giovani partecipanti hanno potuto comprendere meglio gli effetti dell'inquinamento ambientale sulla salute umana e l’attuazione di programmi sostenibili di protezione ambientale e di tutela e promozione della salute che ne conseguono.
A chiudere la giornata l’intervento dell’oceanografa Nadia Pinardi (Unibo e CMCC), che si è focalizzata su oceani e climate change.
«Dopo le esperienze dei Summer Camp siamo felici di continuare a constatare, con lo School Program, l’impegno e la creatività con cui gli studenti si sono approcciati a un nuovo modello di didattica orientativa, basata su contenuti tecnico-scientifici di grande attualità e rilevanza scientifica» hanno dichiarato il Vicepresidente di Fondazione Golinelli Antonio Danieli e il Segretario Generale di Fondazione Carisbo Alessio Fustini. «Il peer tutoring alla base del progetto, un approccio incentrato sullo scambio di conoscenze tra pari, ha rappresentato un’opportunità innovativa di aggregazione tra due gradi scolastici solitamente separati (secondarie di I e di II grado), il cui confronto è fondamentale in un’ottica di orientamento esperienziale e relazionale. I giovani partecipanti diventeranno portatori delle competenze tecniche, tecnologiche e digitali apprese su clima, dati e sostenibilità, amplificando così l’efficacia degli stimoli proposti nel percorso».
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