Carlo Spinelli (IdD), quote rosa non rispettate negli enti locali così l’Italia mette in vetrina il proprio maschilismo

Il responsabile nazionale per la Politica Interna del movimento presieduto dal giornalista romano Antonello De Pierro evidenzia come nei comuni al di sotto dei 3.000 abitanti, uno su tre abbia giunte composte da soli uomini non rispettando le quote rosa e chiede una modifica alle norme che regolano la parità di genere affinché le stesse giunte vengano immediatamente delegittimate senza dover ricorrere alla magistratura e fare così passi in avanti per raggiungere la parità di genere abbattendo co
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Roma, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

Roma 8 settembre 2023: Gli ultimi fatti di cronaca ci parlano ancora di violenze subite dalle donne, dalle adolescenti e addirittura dalle bambine che mettono in risalto come l'Italia sia un paese dove la parità di genere è ancora lontana da raggiungere e dove la donna è vista ancora come un oggetto di proprietà da poterne disporre a piacimento. Le considerazioni fatte da alcuni personaggi politici e volti noti a fronte di questi atti di violenza dove in qualche modo si gettano le colpe sulle donne perché troppo disnibite, aggravano ancora di più la situazione e gli autori di tali crimini si sentono così giustificati nel commettere atti di violenza sessuale su donne e ragazze che vogliono soltanto avere il diritto di vestire come vogliono e di divertirsi magari bevendo un goccetto di troppo.

E' sicuramente sconsigliato fare abuso di alcol ma questo vale non solo per le donne, ma anche per gli uomini che spesso si trasformano in lupi dopo aver assunto sostanze illegali o essersi riempiti la pancia di alcolici. Ma ci sono altri fattori che dimostrano come la nostra Penisola sia ancora troppo maschilista, in particolare nella distribuzione degli incarichi negli enti locali come ci svela Carlo Spinelli responsabile per la Politica Interna del movimento Italia dei Diritti che a seguito di una ricerca sul rispetto delle quote rosa nelle giunte comunali dei paesi sotto i 3.000 abitanti, ha scoperto che questo manca quasi nel 40% dei casi. E' lo stesso Carlo Spinelli a illustrare i risultati di questa ricerca:

"Tutto nasce dalle nostre contestazioni in quei comuni dove siamo presenti in consiglio laddove le giunte comunali sono composte da soli uomini nonostante le norme prevedono la rappresentanza dei due sessi. C'è venuto il sospetto che questo fenomeno potesse essere più grande di quanto pensassimo e così abbiamo avviato una ricerca, dapprima sulla provincia di Roma, poi abbiamo esteso questa ricerca su tutta la regione Lazio e infine, visto che nel Lazio la violazione della normativa riguardo la parità di genere nelle giunte comunali dei comuni sotto i 3.000 abitanti superava il 41%, ci siamo addentrati con la ricerca in tutto il territorio nazionale. E' venuto fuori - continua Spinelli - un quadro della situazione piuttosto preoccupante che rileva come circa il 37% dei comuni con le caratteristiche di cui sopra, non rispetti le quote rosa, praticamente un comune su 3. Questo mette in risalto come l'Italia sia ancora un paese maschilista dove la parità di genere è ancora lontana dall'essere raggiunta e le donne faticano a tutelare i propri diritti, e le istituzioni che dovrebbero poi dare il buon esempio, mettono in mostra un aspetto alquanto discriminatorio verso il genere femminile. L'apice del problema lo si riscontra in Calabria dove addirittura un comune su due sotto i 3.000 abitanti presenta una giunta composta di soli uomini con i comuni della provincia di Reggio Calabria che superano addirittura questa proporzione visto che la percentuale sale al 55%. In sostanza - prosegue ancora l'esponente IdD - dividendo l'Italia in tre fasce, al nord si registra una percentuale di giunte illegittime del 28%, al centro si sale al 33% mentre al sud si raggiunge il 40% con la regione Puglia a tenere bassa questa percentuale perché si registrano solo il 19% dei comuni con meno di 3.000 abitanti che non rispettano in giunta le quote rosa. Meglio fa l'Umbria con il 18%, mentre il Lazio, come ho già detto, si attesta al 41%.

Ci sono poi le eccezioni che confermano la regola e cioè comuni con giunte tutte al femminile e sono Valle di Nera in Umbria, Armento in Basilicata e Giurdignano in Puglia, naturalmente sono da considerarsi non in regola anche loro, ma perlomeno dimostrano più rispetto verso il genere femminile. La parità di genere negli enti locali viene tutelata dall'articolo 6 comma 3 della legge 267/00 e dalla legge 215/12 che all'articolo 2 comma 1 lettera B modifica il comma 2 dell'articolo 46 del T.O.U.E.L.; inoltre anche l'articolo 51 della Costituzione Italiana modificato con la legge costituzionale 1/2003 garantisce il riconoscimento della dignità costituzionale al principio della promozione delle pari opportunità tra uomo e donna. Mi viene da dire - va avanti ancora Spinelli - che in questo caso gli enti locali fanno proprio una bella promozione alla parità di genere.

Con le modifiche di tali articoli i sindaci sono stati anche invitati ad adeguare gli statuti comunali per stabilire norme che assicurino le condizioni di pari opportunità e garantire la presenza di entrambi i sessi nelle giunte comunali, ma ci sono comuni che ancora non hanno adeguato il proprio statuto; anzi, ci sono sindaci che neanche sono a conoscenza di questa normativa cosa che aumenta ancora di più la gravità del problema. Alcuni di essi li abbiamo contattati per avere spiegazioni sul mancato rispetto delle quote rosa, e la risposta è stata che non si trovano donne disponibili ad assumere incarichi di assessorato, una frase già letta perché somiglia tanto al se la sono cercata verso chi ha subito violenza; anche in questo caso si incolpano le donne stesse per la violazione di un loro sacrosanto diritto. Purtroppo con questa mentalità maschilista non si va da nessuna parte e il rispetto verso il genere femminile viene meno perché manca proprio la cultura sulla parità di genere e avere una Premier donna non basta a dimostrare che in Italia questa cultura si è sviluppata se poi alla base continuano a manifestarsi episodi discriminatori e atti di violenza verso le donne.

Ci vuole un cambio di rotta deciso a iniziare dagli enti locali, infatti se da una parte la legge dovrebbe tutelare la parità di genere, la violazione della stessa non viene sanzionata automaticamente ma bisogna portare il problema nelle sedi opportune e aspettare che la giustizia faccia il suo corso. Passano gli anni e quando il TAR si pronuncia a favore del ricorso e quindi dichiara illegittima la giunta, questa per anni ha già deliberato; in pratica una giunta illegittima ha deciso le sorti di un paese e dei suoi abitanti. Che la giustizia dia torto a una giunta che non rispetta le quote rosa è confermato anche dal Tar dell'Abruzzo che con la sentenza 105/2019 ha accolto il ricorso avverso la nomina di una giunta che non rispettava la parità di genere, quindi la legge c'è va soltanto fatta rispettare magari intervenendo subito quando un comune presenta una giunta dove manca la rappresentanza dei due sessi, giudicandola da subito illegittima e bocciandola, facendo così rispettare immediatamente quanto riportato dagli articoli di legge e dalla Costituzione.

Questa è la classica norma imperfetta cioè la legge esiste ma se non rispettata non viene sanzionata nell’immediato ma il compito nel farlo viene lasciato al giudice dopo apposito ricorso avverso il presunto reato, una denuncia che spesso non viene presentata e così tale reato resta impunito. La norma – continua ancora Spinelli – va modificata rendendo immediatamente illegittima la giunta che non rispetta le quote rosa e nel frattempo la Prefettura di competenza, che ha il potere di controllo verso le amministrazioni comunali, attraverso il Prefetto dovrebbe invitare immediatamente quei sindaci che violano tale norma a rispettarla e a inserire nella giunta entrambi i sessi. Questo sarebbe un passo importante per arrivare finalmente a quella parità di genere tanto sbandierata ma ancora non raggiunta e per iniziare a infondere negli italiani, anche quelli che abitano nei piccoli comuni o in zone di disagio sociale, la cultura della parità di genere. Il messaggio che deve passare è che la donna deve essere rispettata in tutto e per tutto e che non esistono scusanti che possono giustificare un atto discriminatorio o di violenza ai suoi danni e se una volta le donne erano viste come il sesso debole – conclude Spinelli – adesso dobbiamo dare un segnale forte che faccia capire che i deboli sono coloro che non le rispettano, che le maltrattano e che le giudicano non in grado di ricoprire ruoli importanti nella società”.

Ufficio stampa Italia dei Diritti per la Politica Interna
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