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Spettacolo

COSIMO CINIERI NELLA GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA: ITALIA MIA

Il 21 marzo (h 21) - Giornata Mondiale della Poesia /150° Anniversario dell'Unità d'Italia- presso l'Auditorium Parco della Musica: Cosimo Cinieri con la Banda dell'Esercito Italiano e il soprano Carmela Maffoncelli, presenta ITALIA MIA, ideato e diretto da Irma Immacolata Palazzo.
roma, (informazione.it - comunicati stampa - spettacolo) Ci piace pensare l’Unità d’Italia come un racconto che parta da molto lontano, dalla nascita della lingua italiana. E non solo. Ma anche e soprattutto seguendo l’anelito di una patria comune nei versi dei più grandi poeti. Processo di secoli. Dopo la lacerazione dell’Impero Romano, l’accavallarsi di popoli e di idiomi, la contemporanea trasformazione del latino in un ‘volgare’ sempre più diffuso, affiorò ufficialmente il primo gemito della nuova lingua: Sao ko kelle terre…, documento notarile di compravendita di terreni risalente al IX sec. La poesia dimorava sotto le stratificazioni dialettali, ma il desiderio di esprimersi la spingeva verso l’alto. Così, lentamente, cominciò il suo cammino. Abbandonò il vecchio latino, lingua dell’impero ancora vigente nell’ufficialità, cercò abiti nuovi, suoni diversi, lampi espressivi. Doveva uscire all’aperto, diffondersi nei nuovi secoli, sbocciare nelle valli e sui monti, davanti ai mari, trovare una forma, una regola, una sapienza artistica. Finalmente cominciò a sgorgare attraverso il cratere della genialità dei poeti. Furono proprio loro a creare la lingua o fu la lingua vitale, non accademica, popolare, la lingua parlata, vissuta e necessaria a trovare i suoi poeti? Come sia sia, la lingua italiana era germogliata. La Scuola siciliana, Francesco d’Assisi, Cecco Angiolieri e tutti gli altri poeti di quell’epoca furono i primi bagliori di questo flusso magmatico. La bocca principale della colata ardente si chiamò Dante Alighieri. Questa lingua, nata nella culla siciliana di Federico II, attraversando Toscana e Umbria, diffondendosi fortemente nel Rinascimento, arrivò ad essere ‘sciacquata in Arno’ e stabilizzata da un lombardo (Manzoni).
Per sette secoli si espanse e nel frattempo nel cuore dei poeti affiorava una nuova necessità: l’unità della nazione Italia. Quanti poeti hanno invocato l’Italia prima del 1861? Tanti, anelanti un’identità da riscattare, abbagliati dalla bellezza di questa donzella danzante, dai nobili natali, discendente da culture fondanti l’umanità dell’occidente. L’Italia è nata anche dalla sua lingua che i poeti, precursori da sempre di ogni azione umana, hanno creato, amato, curato, trasmutandola in sentimenti, suoni emozionanti, immagini evocate, testimonianza altissima della presenza dell’animale uomo sul pianeta Terra, nella terra d’Italia.

LO SPETTACOLO

Quanti poeti hanno invocato un’Italia unita prima del 1861? L’anelito a una patria comune, a una identità da ritrovare, a una lingua da amare, curare, coltivare e diffondere, è testimonianza di una discendenza da culture fondanti l’umanità dell’Occidente. Il Concerto ITALIA MIA vuole mettere a fuoco questo percorso e soprattutto far rivivere i valori per i quali si combattè per l’Unità d’Italia, e preservare le idee, le speranze vissute da quegli uomini e quelle donne protagonisti di un momento così importate per tutti noi. I protagonisti di questo travagliato viaggio verso una Patria sono: Virgilio, Dante, Petrarca, Alfieri, Leopardi, Manzoni, Foscolo, Carducci, Capuana, Berchet, Maroncelli, Rossetti, Giusti, Mameli, Dall’Ongaro, Mercantini, Poerio, D’Annunzio e altri. Ma vi sarà anche qualche anonimo, testimonianza del desiderio di partecipare alla creazione di una storia che degli italiani ha fatto un solo popolo e una sola nazione. La Banda dell’Esercito Italiano, diretta dal M°Ten. Col. Fulvio Creux, si intreccia con musiche sinfoniche, operistiche e popolari con i versi dei poeti ripercorrendo le tappe essenziali, gli snodi cruciali, che di volta in volta si sono proposti lungo i secoli. Avvolgono la musica e la poesia immagini del Risorgimento in un montaggio che ci trasporti in quella straordinaria avventura umana e politica attraverso gesti semplici e quotidiani della gente comune e azioni eroiche nei campi di battaglia, interpretati dagli artisti dell’epoca. Questo Concerto-spettacolo vuole ricordare che sentirsi Italiano fino alla commozione è ancora possibile. Siamo figli dei nostri poeti, figli della nostra terra.

da Uff. stampa: Gianna Volpi 3386425492

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