Continua a correre di Giorgio Mercuri
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Nelle prestigiose sale di Palazzetto Baviera sarà ospitata la mostra «Continua a correre» di Giorgio Mercuri, dal 14 dicembre al 7 gennaio, a cura di Carlo Bruscia.
L’esposizione, organizzata da A.M.I.A. e da UNAARTE, e promossa dall’Assemblea Legislativa del Consiglio della Regione Marche, dal Comune e dall’Agenzia del Centro di Senigallia, presenta l’ultima stagione pittorica che sviluppa iconicamente il tema del paesaggio che muta a causa dei fattori antropici e delle guerre.
Mercuri ha dimostrato di volere appunto cambiare il rapporto con la cultura figurativa e società affinché non sia più solo appannaggio di una classe agiata o di intellettuali militanti nell’arte. D’altra parte, il fervore di cambiare la visione delle politiche economiche di alcuni Stati che ha indotto in molte persone il desiderio di partecipare più attivamente alla lotta sociale e civile per un mondo diverso.
L’artista dichiara il proprio disinteresse al linguaggio postmoderno, scegliendo Leopardi e Giacomelli per discutere con il pubblico sui grandi temi esistenziali e sociali che declina in due filoni narrativi principali. Il primo relativo al conflitto fra individuo e civiltà con la conseguente richiesta alle istituzioni di salvaguardare la vita sulla terra. L’iniziativa di lavorare sulla conservazione del paesaggio rappresenta il tentativo di contrastare qualsiasi distruzione della natura - che è sopravvissuta agli incendi o alle guerre -. Il pittore riporta l’attenzione sul senso dell’autarchia culturale in favore di un’arte in cui si trovi valori civili e sociali e il senso del rispetto del patrimonio ambientale. «Ed è il creatore di un’idea moderna della poesia per immagini» - ha detto Andrea Carnevali - vincolata dai suoi ricordi d’infanzia dove la natura è rimasta quasi incontaminata. Questo tema, così caro al pittore è stata racconto anche nell’esposizione al Complesso di Valdina della Camera dei deputati nel 2023».
Il secondo, invece, è legato al pensiero poetico che si sviluppa con maggiore chiarezza attraverso la fotografia. Nelle rappresentazioni notturne della natura, il pittore svela l’influsso delle immagini di Mario Giacomelli che ha dedicato a Leopardi una parte significativa del suo lavoro ai Canti. Ciò è emerso anche al Premio Marche 2023/2024 dove il pittore senigalliese ha esposto “Luna mia”, un esplicito richiamo alla poesia del recanatese. Comunque, Mercuri si accosta alla lirica leopardiana attraverso la mediazione di Giacomelli, forse spinto dai medesimi interrogativi sul significato dell’esistenza umana. Nelle opere esposte, è evidente la comune importanza attribuita alla rimembranza cui la poesia dà voce in un costante rapporto fra parola e immagine evocata. L’artista vuole condividere con Leopardi e Giacomelli anche la comune origine marchigiana, traducendo i sentimenti per il “creato” in forma visibile e pittorica.
Infine, la scelta espositiva di alcune sale, che richiama il mondo il palcoscenico, è una ripresa della trasposizione delle Operette morali (2014) di Mario Martone per il Teatro Stabile di Torino. Nelle stanze del Palazzo Baviera, i dipinti esposti nelle stanze, evocano per analogia un dialogo continuo tra classicità e modernità. Sopra a un pannello nero, che funge da fondale di scena, si ammirano alcuni dipinti dove la bellezza della natura, ricercata dalla ragione o dall’istinto, viene afferrata dall’osservatore attraverso i colori dell’artista.
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Andrea Carnevali
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