"Odradek" uno spettacolo di MENOVENTI al PICCOLO di Forlì

Gianni Farina firma la regia di queta fiaba contemporanea, tra solitudine e Intelligenza artificiale
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Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Al Teatro Piccolo di Forlì  "Odradek" di Menoventi, lo spettacllo che ha visto il suo debutto al Ravenna festival 223, Ravenna Festival

 Gianni Farina firma la regia di queta fiaba contemporanea, tra solitudine e Intelligenza artificiale.

Se l'intelligenza artificiale tende a imparare dai comportamenti delle persone e a adeguare le sue risposte a quello che l'utente finale considera maggiormente preferibile fa che il singolo utilizzatore olo percepisca come privo di difetti e che tolleri – viceversa – ogni difetto dell'utilizzator, cioè di se stesso,  polarizzandone i comportamenti e le convinzioni (che, invece, in una dinamica relazionale normale, tenderebbero a trovare naturale moderazione).

 Una fiaba ispirata dai moniti di Gunther Anders e dai capricci di Franz Kafka", vede in scena M, una donna ordinaria rintanata nella comfort zone domestica, ogni desiderio viene esaudito ancora prima d’essere concepito. Nel paese della cuccagna la spirale del conformismo ha eliminato ogni ghiribizzo, dunque le previsioni di marketing risultano infallibili.

Ignaro messaggero di questo mondo incantato è Q, corriere espresso dell’azienda più importante del settore consegne, l’onnipresente Odradek. Dalla relazione tra i due nascono interrogativi inconsueti: da dove arrivano gli oggetti? E le notizie? Chi parla all’altro capo dell’apparecchio?

Un guasto al sistema elettrico consentirà a questi eremiti di massa di scorgere un riflesso dell’invisibile trama del mondo, innescando uno scontro tra ambiente e ambizione, una lotta tra illusione e immaginazione.

L’innocenza inconsapevole della vita odierna, ovvero l’incapacità di avvertire il peso della responsabilità del proprio agire, a volte si incrina e lascia filtrare i sintomi di un’angoscia singolare, insolita; come un’ombra cupa, il sentimento di insensatezza della propria esistenza si insinua nella mente di M.

L’incanto che avvolge e omologa i protagonisti di questa fiaba sembra diffondersi dagli apparati e dagli oggetti domestici, prodotti inerti che occasionalmente danno l’impressione di osservare le umane attività e paiono giudicare i loro consumatori. Nella solitudine e nel silenzio della sera, la casa sembra avere mille occhi e le merci prendono vita per dispensare consigli e ammonimenti, forti di una saggezza sovrumana non contaminata da improduttive pulsioni o superflue emozioni.

Note di regia

"Il cuore di Odradek emerge da una ricerca che, come spesso accade nel lavoro di Menoventi, mirava inizialmente a un bersaglio diverso. Cercando di mettere a fuoco il tema di partenza, il gruppo incontra derive e corollari che cambiano in parte il percorso di ricerca.
In principio il progetto si chiamava Povera Illusa e si concentrava più di quanto faccia ora su una contrapposizione etimologica: AMBIENTE (Ambien-entis: andare attorno, circondare) vs AMBIZIONE (Ambitio-onis: andare dappertutto). L’ambizione induce a guardaci attorno, permettendoci di scoprire le falle e le menzogne dell’ambiente che ci assedia; l’ambizione ci permette dunque di rompere l’incantesimo e di osservare i giochi di prestigio che ci illudono di vivere in un mondo libero.
Agire in tutte le direzioni, però, può danneggiare o distruggere ciò che ci circonda, anche altre persone quindi, non solo l’ambiente e l’incanto che deriva dall’apparato alienante che chiamiamo “sistema”. Il mistero di questa fiaba si situava in principio unicamente nella contrapposizione tra l’adesione verso la propria ambizione e l’avversione verso le conseguenze più dannose del proprio agire. Dare seguito alla pulsione che ambisce a primeggiare, a distinguersi, a influire sul ì corso del mondo, può danneggiare gli altri; questa consapevolezza porta a una condizione di stallo che non tutti possono esperire. La mancanza di desiderio infatti, dovuta alla povertà culturale, all’assenza di mezzi o semplicemente alla pigrizia, tengono al riparo molti individui dall’impasse. Ma questa mancanza di aspirazione non li esenta dal rischio di dare corda al desiderio di qualcun altro: la mancanza di ambizione, a volte, è solo un modo per servire il sogno di qualcun altro.
L’incontro con gli scritti di Gunther Anders offrono chiavi per in parte ampliare il ragionamento e in parte concentrare la ricerca formale – da subito legata al mondo dell’illusionismo, della magia – sugli oggetti che popolano e animano il domicilio della protagonista, una donna alienata che a causa della divisione del lavoro non riesce a comprendere il proprio ruolo nel mondo e il senso della vita dei nostri giorni.
Infine, Hans Magnus Enzensberger è scomparso il 24 novembre 2022, durante la stesura delle prime bozze di questo progetto. Le tematiche che guidano il percorso sono meravigliosamente espresse nei saggi e soprattutto nelle poesie di questo autore eclettico, che è sempre stato un faro per la poetica del gruppo Menoventi. Insieme ad Anders e Kafka diventa quindi un riferimento indispensabile per la scrittura di Odradek" (Gianni Farina)

uno spettacolo di Menoventi
da un’idea di Consuelo Battiston e Gianni Farina
con Consuelo Battiston e Francesco Pennacchia
drammaturgia, regia e luci Gianni Farina
musiche e sound design Andrea Gianessi
scene Andrea Montesi, Gianni Farina
con la consulenza di Enrico Isola e Daniele Torcellini
costumi Consuelo Battiston e Elisa Alberghi
grafica Tania Zoffoli
voci Tamara Balducci, Leonardo Bianconi, Maria Donnoli, Chiara Lagani
organizzazione Maria Donnoli e Marco Molduzzi
amministrazione Marco Molduzzi e Stefano Toma
produzione Menoventi/E Production, Ravenna Festival, Accademia Perduta/Romagna Teatri, Operaestate Festival Veneto/CSC
in collaborazione con Masque teatro.

Ufficio Stampa

Giancarlo Garoia
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