L’Avaro di Molière riletto dal Teatro delle Albe a Ravenna dal 4 al 14 Maggio (riposo il 6 e il 10)

Protagonista, nei panni di Arpagone, la pluripremiata attrice Ermanna Montanari
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RAVENNA TEATRO
S t a g i o n e d i P r o s a / N o b o d a d d y

In scena al Teatro Rasi di Ravenna L’Avaro di Molière riletto dal Teatro delle Albe con un Arpagone al femminile. Nel foyer la mostra Harpage, della disegnatrice Leila Marzocchi.
Dopo il debutto in prima nazionale al Teatro Storchi di Modena in aprile, il Teatro delle Albe presenta il suo Avaro di nuova produzione sul palco del proprio teatro con una lunga permanenza primaverile: intrecciando il programma del Nobodaddy – progetto sulla scena contemporanea – con quello della Stagione di Prosa, L’Avaro delle Albe – che vede protagonista, nei panni di Arpagone, la pluripremiata attrice Ermanna Montanari – sarà in scena al Teatro Rasi da martedì 4 a venerdì 14 maggio alle 21 (riposo giovedì 6 e lunedì 10). Ad affiancare lo spettacolo, e in sintonia con i suoi temi, la mostra Harpage della disegnatrice bolognese Leila Marzocchi che firma anche il manifesto dell’Avaro appositamente creato per le Albe.
Con L’Avaro, diretto da Marco Martinelli, il Teatro delle Albe porta a compimento il suo affondo nell’opera del drammaturgo francese iniziato con il detto Molière (che ha debuttato in febbraio al Théâtre Le manège di Mons in Belgio). La lezione di Molière – che la compagnia affronta a partire dalla traduzione di Cesare Garboli – è quanto mai attuale, capace di penetrare il male in tutte le sue forme, sociali e psichiche. Ma la particolarità qui sta anche nel fatto che entra in gioco lo scardinamento tragicomico e visionario di cui sono capaci le Albe e che a interpretare Arpagone – antico avaro che si va trasformando in un moderno finanziere – è Ermanna Montanari (cui è stato consegnato nel 2009 il suo terzo premio Ubu come “miglior attrice”). “Quando ho pensato ad Arpagone ho subito pensato a Ermanna, al suo sprofondare psichico nella creazione di una maschera, al suo dar vita a fantocci allucinati e fantastici”, spiega Martinelli. “Ecco dunque questo Avaro dal ritmo onirico e ridente, ecco Arpagone che se la gira sul palco come un vampiro da cabaret, fantasma-burattino di un perpetuo, ridicolo potere, impugnato da un’attrice come un’arma crudele e grottesca, attorniato da una galleria di larve impaurite e ipocrite e attraversate da scariche elettriche.” Ideato da Ermanna Montanari e Marco Martinelli – e realizzato da Teatro delle Albe/Ravenna Teatro in collaborazione con AMAT (Associazione Marchigiana Attività Teatrali) e ERT (Emilia Romagna Teatro Fondazione) – lo spettacolo vede in scena Loredana Antonelli, Alessandro Argnani, Luigi Dadina, Laura Dondoli, Luca Fagioli, Roberto Magnani, Michela Marangoni, Ermanna Montanari, Alice Protto, Massimiliano Rassu, Laura Redaelli. Scene di Edoardo Sanchi con l’assistenza di Gregorio Zurla. Musiche originali di Davide Sacco. Luci di Francesco Catacchio e Enrico Isola. Costumi di Paola Giorgi, assistenti costumi Giada Masi e Maria Adele Porro.

Nel corso delle repliche, e precisamente sabato 8 maggio alle ore 18, verrà inaugurata negli spazi del Teatro Rasi la mostra di Leila Marzocchi, Harpage, che prende vita dal dialogo artistico tra una disegnatrice dall’immaginario teatrale, la Marzocchi appunto, e un’attrice dall’ispirazione figurativa, Ermanna Montanari. Harpage sembra una parola francese, in realtà è una parola greca, che scritta “harpàge” significa “uncino” e scritta “harpagè” significa “rapina”. In entrambi i casi è alla base dell'etimologia di Arpia, personaggio dei fumetti della Marzocchi (Coconino), e di Arpagone, protagonista dell’Avaro interpretato della Montanari. La mostra, curata da Paola Bristot, sarà presentata dal fumettista ed editore Igort e proseguirà fino al 23 maggio.

In occasione dello spettacolo, mercoledì 5 maggio alle 17 nella saletta del Teatro Rasi, sarà programmato un incontro dedicato alla relazione tra gli universi poetici di Molière – visto dal suo traduttore più attuale Cesare Garboli – e delle Albe. Dapprima sarà proiettato il video-documentario Come un eroe del Novecento, un affondo del regista napoletano Francesco Saponaro (anch’egli presente all’incontro) sul Tartufo diretto da Toni Servillo, dove fa da filo conduttore la voce di Garboli che "spiega" il capolavoro di Molière. A seguire, i docenti del Dams di Bologna Gerardo Guccini e Laura Mariani dialogheranno su Molière partendo dal dittico del Teatro delle Albe sul drammaturgo francese.
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